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venerdì 26 aprile 2024

C’era una volta la pioggia

 Leggiamo sul Corriere della Sera

C’era una volta la pioggia e ora non c’è più: in Sicilia non piove da tanto, troppo, tempo. La situazione sta diventando così critica che a Palermo — più di 600mila abitanti — i vigili urbani multeranno i cittadini che useranno l'acqua per innaffiare piante, lavare auto o pulire cortili come conseguenza di un'ordinanza del sindaco Roberto Lagalla per far fronte all'emergenza.

Il periodo ottobre 2023 - marzo 2024 ha registrato la siccità più grave dal 1980 e il secondo semestre dell’anno scorso (luglio-dicembre) ha visto la media regionale di precipitazioni più bassa dal 1977, con circa 150 millimetri di pioggia: nel 2022 erano più di 350, nel 2021 addirittura più di 600. «I dati ci dicono che c’è un forte deficit di pioggia su tutta la Sicilia da otto mesi», afferma Ramona Magno, coordinatrice scientifica dell’osservatorio siccità del Cnr, «ma un altro fattore che rende questa siccità ancor più critica è che è iniziata in autunno, quando le precipitazioni dovrebbero ricominciare dopo la stagione estiva». «Le siccità degli ultimi anni — continua Magno — sono sempre più lunghe e sempre più intense a causa di una molteplicità di fattori antropici e anche legati ai cambiamenti climatici, come l’aumento delle temperature e la desertificazione». 

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Per il continente europeo il 2023 è stato l’anno dei record dal punto di vista climatico: l’anno in cui i ghiacciai delle Alpi hanno visto un’eccezionale perdita di ghiaccio, ma anche l’anno più caldo mai registrato, con gravi conseguenze sulla salute delle persone. A scattare la fotografia delle tendenze climatiche dell’anno scorso è il rapporto sullo Stato Europeo del Clima 2023, pubblicato in occasione dell’Earth Day dal Servizio Copernicus per i Cambiamenti Climatici e dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale. «Nel 2023 l’Europa è stata testimone del più grande incendio mai registrato, di uno degli anni più piovosi, di gravi ondate di calore marino e di devastanti inondazioni diffuse. Le temperature continuano ad aumentare, rendendo i nostri dati sempre più fondamentali per prepararsi agli impatti del cambiamento climatico», ha dichiarato Carlo Buontempo, Direttore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus.

Il delitto Matteotti (6)

  La denuncia di Matteotti

 

 Il 30 maggio 1924, alla riapertura della Camera dei Deputati dopo le elezioni politiche svoltesi il 6 aprile, Giacomo Matteotti chiese la parola  a proposito della convalida degli eletti. Si trattò di un discorso aspro e serrato, riportano i giornali dell'epoca, che il blocco liberal-fascista uscito con infiniti brogli vincitore delle elezioni ascoltò con attenzione. Le chiare parole del deputato negarono il diritto della maggioranza di professarsi tale.

  Il suo discorso fu continuamente interrotto dai banchi fascisti e dal Presidente dell'Aula, il fascista Alfredo Rocco, che a un certo punto con tono non di rito lo invita a parlare "prudentemente". Matteotti asserisce che le elezioni politiche si erano svolte sotto il controllo di "una milizia a disposizione del partito fascista che impedisce all'inizio e fondamentalmente la libera espressione popolare e basta ciò per invalidare in blocco l'ultima elezione in Italia". Egli va ben oltre alla denuncia: "in sei circoscizioni elettorali" furono impedite mediante l'uso della violenza le verifiche delle schede ed in altre province si è usata la violenza di ogni genere fino all'assassinio del deputato socialista Piccinini, violando la sua abitazione privata.

La conclusione del suo discorso: "Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l'autorità dello Stato e della legge. Fatelo se siete ancora in tempo; altrimenti voi, sì,  veramente rovinate quella che è l'intima essenza, la ragione morale della nazione. (...) Voi volete ricacciarci indietro. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle Elezioni". 

 Matteotti con quel discorso mise il dito sulla contraddizione più grossa nel rapporto tra il fascismo ed i suoi alleati liberali, vale a dire l'utilizzazione della violenza e dell'illegalità da parte di un governo sorto per ripristinare la legge e l'autorità dello Stato.

 Mentre il parlamentare socialista sviscerava gli atti di illegalità, Mussolini ed i ministri assumevano volti scuri. Di quanto aveva pubblicamente denunciato ne era personalmente consapevole lo stesso Matteotti, che a voce abbastanza alta, rivolta all'on.le Cosattini, disse: "Ed ora preparatevi a farmi l'elogio funebre". Una sorta di profezia a cui lo spingevano le recenti aggressioni ad altri esponenti dissidenti nei confronti del fascismo ( Forni e Misuri) ed antifascisti come (Nitti e Amendola).

Chi volesse leggere l'intervento di

Giacomo Matteotti, per intero. piggi qui Matteotti

Dal vivere individuale a quello comunitario

 Fra sociologia, economia e diritto ( 2)

La località dove risiediamo, che sia Contessa Entellina, Corleone o Palermo, ci piaccia o meno, ci intriga, ci attira sempre e comunque resta sempre di nostro interesse. Il vivere comunitario, in aggregati più o meno urbani,  è sempre e comunque segno di civilizzazione umana, senza tuttavia volere escludere che lì, nel variopinto aggregato umano, può capitare che possano sussistere motivi dissipatori di umanità.

Nel vivere comunitario si coglie, volente o nolente, il segno e l'espressione più avanzata di ciò che può essere la solidarietà degli esseri umani nelle circostanze in cui le avversità si verificano, seppure capita di attraversarvi situazioni che alcuni arrivano a definitre odiosi. Si tratta di "antinomie" (=Rapporto di contraddizione, reale o apparente) che -sostengono i sociologi- sono antiche quanto il mondo.

Il mondo, ossia la realtà in cui viviamo ci appare allo stesso tempo "intima" e "segreta",  con noi che in essa siamo come incastonati. Sempre i molteplici strati della complessita comunitaria, per quanto riteniamo di esserci immersi, rimangono a ciascuno di noi nascosti.

Accanto alla realtà fisica, territoriale del paese (o città) che abitiamo, esiste quella che, sempre i sociologi, definiscono la realtà sociologica. In quello che definiamo il nostro paese o la nostra città stanno da sempre racchiuse immagini, segni che da sempre ci sono familiari e che, ciascuna ci rievoca e ci specifica una sfacettatura del territorio, dell'ambiente. Con gli occhi, con lo sguardo vediamo gli edifici, le piazze etc. ma non cogliamo il tessuto e la natura sociale e cittadina. Per cogliere la realtà umana, la società paesana o cittadina nel senso vero, non servono gli occhi. Per quest'altro tipo di conoscenza serve usare l'intelletto con cui siamo capaci di interpretare simboli e comportamenti espressivi. Servono le cosidette scienze sociali per poter cogliere i fenomeni locali non osservabili con gli occhi. Con le scienze sociali si possono inquadrare le caratteristiche nascoste di qualunque aggregato comunitario.

 = = 

Su questa pagina, che speriamo possa avere cadenza almeno settimanale, contiamo di riuscire a parlare di senso civico.

(Segue) 


Un Personaggio


 Paolo Di Stefano,
scrittore e giornalista al Corriere della Sera

Nascita: 11 novembre 1956, Avola






Non accetto lezioni



giovedì 25 aprile 2024

25 Aprile 1945

 L'Insurrezione Generale del 25 Aprile 1945

Il 21 Aprile 1945 il CNL  emanò le direttive per l'insurrezione generale. Cinque giorni più tardi le città del nord sarebbero state libere.

" Ai CLN, ai comitati di agitazione, agli operai, ai tecnici, agli impiegati: 

Direttive per l'insurrezione nazionale, n. 1 -- 21 aprile 1945.

   Ad integrazione dei compiti militari previsti per le formazioni del Corpo volontari della libertà, il pieno successo dell'insurrezione nazionale che deve liberare le nostre terre dall'oppressione e dal saccheggio nazifascista richiede l'attiva e cosciente partecipazione di tutte le popolazioni delle città e delle campagne. Dei compiti di particolare importanza spettano in questo campo alla massa degli operai, dei tecnici, degli impiegati concentrati nei maggiori stabilimenti industriali. Perchè tali compiti possano essere assolti con la massima efficienza, è necessario che tutti si attengano alle presenti direttive del Comitato di liberazione nazionale, ed a quelle che verranno successivamente impartite. Alla proclamazione dello sciopero insurrezionale, gli operai, gli impiegati, i tecnici, i lavoratori tutti dovranno portarsi tutti, ognuno al proprio stabilimento alla propria officina, al proprio cantiere o ufficio. Gli stabilimenti  rappresentano il centro di mobilitazione e la fortezza dell'insurrezione nazionale. E' dalle fabbriche, dai cantieri, dalle officine che le squadre dei lavoratori, dei patrioti partiranno per dare man forte ai GAP, alle SAP, ai partigiani per ingrossare le file dei combattenti, per occupare i punti più importanti della città, per scacciare dai loro nidi di resistenza i nazifascisti. Evidentemente, i lavoratori non si lasceranno assediare all'interno dello stabilimento, non se ne staranno quieti nelle officine, in  posizione attesista e semplicemente difensiva. Ma essi,  alla proclamazione dello sciopero insurrezionale debbono recarsi compatti alle loro fabbriche, nelle officine e negli uffici pubblici (poste, telegrafi, telefoni, centrali elettriche, gas, ecc.)  per difendere gli impianti e impedire la distruzione da parte del nemico.

Bisogna fare di tutto per salvare le nostre macchine, i nostri impianti produttivi e di pubblica utilità, il nostro patrimonio industriale. I nazifascisti prima di andarsene, tenteranno di distrugere tutto, per ridurci alla fame, alla miseria, per creare il disastro economico. Ogni lavoratore sa che se le nostre macchine, se le nostre fabbriche andranno distrutte, sarà per noi e per il nostro paese, la disoccupazione, la miseria, la fame. E' dovere di ogni patriota lottare per salvare le nostre industrie, le nostre macchine, lottare per impedire le distruzioni progettate dai criminali nazifascisti. Ecco perchè i lavoratoiri, alla proclamazione dello sciopero insurrezionale, debbono recarsi in massa negli stabilimenti nei quali lavorano. Il personale dirigente delle aziende e il personale di guardia degli stabilimenti sono tenuti a facilitare ed a proteggere in tutti i modi questo concentramento delle maestranze, che ha per unico scopo l'ordinata mobilitazione delle masse, nell'insurrezione nazionale, e come primo obbiettivo la difesa degli stabilimenti stessi. E' nelle fabbtiche che si formeranno le squadre dei patrioti, che si assicurerà il loro armamento, è dalle fabbriche che partiranno le squadre di assalto dei patrioti che andranno ad unirsi alle formazioni militari già combattenti. Nelle fabbriche sarà più facile organizzare tanto la difesa che l'attacco, perchè nelle fabbriche saranno riunite migliaia di operai (...), Rapidamente sarà possibile, partendo dalle officine, scagliare sui punti decisivi della città, la forza decisiva degli operai, dei lavoratori, dei patrioti (...). Bisogna evitare che al momento della proiclamazione dello sciopero insurrezionale le maestranze restino assenti dalla lotta, o che, prive di direttive, si rechino disordinatamente e spontaneamente, senza ordine e disciplina, nei diversi quartieri della città (...).


Il delitto Matteotti (5)

Matteotti condusse una
opposizione đrcqòz
la cui natura e pericolosità 
aveva compreso e 
denunciato per tempo.





 I primi mesi del 1923 vedono l’intero fronte antifascista frammentato e senza una linea comune nel denunciare e nel fronteggiare le malefatte e la violenza fascista. Matteotti continua comunque a distinguersi nella denunzia di inconciliabilità fra fascismo e democrazia sottolineando sempre la vocazione reazionaria del fascismo e fa  ciò esponendosi anche personalmente alle possibili rappresaglie dell’avversario. 

E’ di questo periodo il libro Un anno di dominazione fascista con cui egli pone in risalto la natura anti-proletaria e antidemocratica della linea politica fascista e soprattutto l’opera corruttiva della politica fascista ai danni delle Istituzioni.

 Arriva a scontrarsi con lo stesso Turati che mirava, tramite Baldesi vice segretario della Cgil, di rasserenare lo scontro sociale incorso in tutto il Paese, offrendo una sia pure minima intesa e tregua al governo fascista.

  E’ Matteotti il dirigente della complessiva opposizione al governo fascista,  che più di altri, ha capito la profonda vocazione totalitaria del governo di Mussolini e su questo presupposto, al fine di  rendere più incisiva l’azione della opposizione, e’ egli a tentare in più modi di raccordare le iniziative  in Parlamento e nel Paese con gli scissionisti massimalisti e a provare a richiamare, con alcuni viaggi, l’attenzione dei partiti socialisti europei su quanto andava accadendo in Italia in termini di restrizione degli spazi di libertà e di azione dei partiti di opposizione. Tutte mosse e iniziative che non sfuggono al governo di Mussolini.

Un Personaggio

Gustare Flaubert,  stato uno scrittore francese. Considerato il maestro del realismo nella letteratura francese, è conosciuto soprattutto per essere l'autore del romanzo Madame Bovary e per l'accusa di immoralità che questa opera gli procurò 

Nascita: 12 dicembre 1821, Rouen, Francia
Morte: 8 maggio 1880, Croisset, Canteleu, Francia





Leggere per
vivere


Non leggete per

divertirvi, come

fanno i bambini,

o per istruirvi come

gli ambiziosi.

No: leggete per


vivere.


Cardinali e vescovi romani a Piana degli Albanesi (III)

Parole e fatti 

 La (eparchiale?) Chiesa cattolica di rito bizantino di Piana degli Albanesi e’  una Chiesa con delle particolarità storiche e liturgiche proprie, e, nello stesso tempo e’ in piena comunione con la Chiesa di Roma. Essa sostanzialmente conserva le proprie storiche tradizioni cristiano-bizantine in merito alla spiritualità, alla liturgia e persino su qualche sottolineatura teologica, e alla normativa canonica e disciplinare, che la distinguono rispetto alle Chiese di tradizione romana -per dire-  di Monreale o di Agrigento.

 -Eppure, il Vaticano preferisce ormai da oltre un decennio, inviare e persino insediare -con motivazioni e codicilli canonici verosimilmente appropriati- a farla reggere da clero formato secondo il rito romano e magari con qualche adattamento al bisogno. Nessuno dubita che il tutto avvenga nel rispetto delle regole canoniche, ma quel tutto capita proponendosi di voler ignorare lo spirito e gli intenti che portarono all’istituzione eparchiale di Piana degli Albanesi negli anni trenta del Novecento e soprattutto ignorando il sentimento dei fedeli sulla cui base l’eparchia sarebbe stata evidentemente istituita.

 -Eppure (ancora), in tanti ricordano Papa Francesco che nel suo primo discorso successivo alla elezione, da un balcone vaticano, salutava la folla adunatasi a piazza San Pietro ed esprimeva fratellanza, rispetto e apprezzamento  per i cattolici bizantini, che egli aveva avuto possibilità di conoscere e seguire nella sua arcidiocesi Argentina.

mercoledì 24 aprile 2024

Il delitto Matteotti (4)

 Nel 1922  (febbraio) ad un governo debole liberale  (Bonomi) segue un’altro governo liberale ancora più debole (Facta) e ciò’ capita avendo di fronte le violenze fasciste che imperversano nel Paese e che hanno come bersaglio le sezioni socialiste e le sedi delle Camere del Lavoro. Le violenze (devastazioni di sezioni partitiche e sindacali socialiste)  procedono  temporalmente e principalmente da una città della Emilia Romagna all’altra. Il metodo era di occupare temporaneamente una città con qualche migliaio di fascisti provenienti da più luoghi e tenerla sotto controllo per alcune settimane incendiando o comunque distruggendo le sedi delle Camere del Lavoro e le sezioni socialiste.

I mesi che vanno dall’inizio
del 1923 fino alla morte
furono fra i più drammatici
della vita politica di 
Giacomo Matteotti.

Mussolini con l’avallo
dei Savoia e’ infatti
divenuto Capo del
Governo.

Matteotti e il Fascismo
Nonostante le varie denunce  per le violenze squadriste, nulla i deboli governi liberali riuscivano a porre in termini di ripristino dell’ordine pubblico e talvolta nulla intendevano frapporre. 
Quando, sulla scia di analoghi metodiche, i fascisti decisero di ulteriormente dare dimostrazione della loro spavalderia occupando la città di Rovigo con diecimila camice nere, Matteotti denuncia con un vigoroso discorso alla Camera “lo stato di terrore e di abbandono delle bande armate”
Le recenti elezioni  -denuncia ancora Matteotti- erano state inquinate dalla violenza fascista e su suo impegno, in sede di nomina dei nuovi parlamentari, la Commissione inquirente invalida l’elezione  del capolista fascista Piccinato.  E tanto e’ bastato perché Matteotti divenisse il bersaglio privilegiato dei fascisti. 
Era peraltro quello uno dei momenti di massima debolezza dell’opposizione socialista. Il Partito non era solamente dilaniato dagli scontri fra riformisti e massimalisti ed ancora terzinternazionalisti. Matteotti in quello strano contesto di frazionamento si era schierato con i riformisti provando a mantenere comunque l’unità in vista dell’incisiva resistenza alla violenza dei fascisti. In quel contesto, egli era fra i pochi che aveva capito ed era consapevole che la marea fascista che occupava le città non era fenomeno transitorio come ritenevano i liberali al governo. Dal suo punto di vista-  necessitavano risposte decise e soprattutto l’unità dei socialisti che, invece davano la sensazione di andare in direzione della loro frammentazione in più gruppi e conseguentemente indebolivano la forza di resistenza.
 Nell’agosto del 1922 fu proclamato uno sciopero generale perché il governo liberale si adoperasse per porre fine alle violenze fasciste contro le sezioni socialiste e della cgil. Lo sciopero non sorti’ gli effetti sperati e nell’ottobre di quell’anno il PSI vide la netta e ufficiale separazione fra i riformisti e i massimalisti. La separazione avvenne nel corso del XX Congresso. 

Matteotti diventa, in seguito alla scissione, segretario nazionale dei socialisti riformisti, e quello e’ il periodo in cui  Mussolini col consenso di svariati gruppi liberali si accinge ormai a divenire Capo del Governo (Ottobre 1922). Dalle vicende che via via andranno sviluppandosi Matteotti deve fronteggiare da un lato i fascisti al governo (col favore della Monarchia  e di tante figure liberali) e dall’altro lato le variegate anime dei socialisti che arrivano ad articolarsi in più partiti.

Parole ricorrenti sui media

circoli

Sono le «unità organizzative di base» del Partito democratico attraverso cui gli iscritti «partecipano alla vita del partito» (sta scritto nello statuto). Si dividono in territoriali e tematici ed esistono anche online. Ogni circolo ha un’assemblea degli iscritti e un segretario, che coordina le attività.

Nel circolo dovrebbero aderire persone con interessi comuni ed ideali che li' si riuniscono per dibattere e definire linee di condotta politica.

Cosa dicono i giornali dopo il voto in Basilicata

Il recente voto in Basilicata come primo messaggio trasmette che i Cinquestelle evaporano – come d’altronde era già accaduto poche settimane fa in Abruzzo. Il populismo di Conte ha appena raggiunto l’8% quando due anni fa, stava al 25. 

Alle Europee per Conte probabilmente andrà meglio, ma lo svuotamento del voto meridionale dei Cinquestelle - dove da sempre hanno a lungo dominato - forse segnala un vero e proprio cambio di fase. 

Il Mezzogiorno aveva finora garantito il populista Conte con la politica dei bonus e con il Reddito di cittadinanza.  Adesso e’ il governo di centro destra che sta pensando a un bonus tredicesima per mettere nelle tasche di molti italiani quell’assegno di 80€ come fece Renzi dieci anni fa, superando poi alle elezioni il 40% dei consensi. I giornali scrivono che dal populismo contiano stiamo passando a quello del centro-destra ed  Elly Schlein ha ben poco da sperare su questo versante del procedere populista. 

Non sembra proprio che sussistano le condizioni per il Pd di riuscire a catturare i voti conseguenti alla crisi dei Cinquestelle.

Un Personaggio


 Daniel Pennac, pseudonimo di Daniel Pennacchioni, è uno scrittore e docente francese.

Nascita1 dicembre 1944 (età 79 anni), Casablanca, Marocco.









Leggere per
Vivere




Il verbo leggere

non sopporta l’imperativo,

avversione che condivide

con alcuni altri verbi,

come amare o sognare.

martedì 23 aprile 2024

Anniversario della Liberazione

 25 Aprile: la Cgil del Corleonese rievoca 


Il delitto Matteotti (3)

 A guerra finita, Matteotti, nel marzo 1919 fu congedato dal servizio militare e subito riprese l’impegno politico nelle file socialiste. Il partito di quei mesi era tutt’altro che unito fra massimalisti, riformisti, minimalisti ed unitari. Comincio’ da subito a lavorare nelle Leghe e nelle cooperative e soprattutto nel coordinare i consiglieri socialisti presenti nelle autonomie locali (comuni e province) cercando comunque di sottrarsi dalle diatribe che laceravano complessivamente il movimento socialista. Il suo intento, su posizioni riformiste, fu comunque indirizzato a mantenere unite nell’organizzazione partitica le differenti radici ideologiche. Nelle elezioni politiche di quell’anno 1919 egli venne eletto deputato per il collegio  di Rovigo e Ferrara, risultando primo rispetto agli altri cinque socialisti eletti.

Matteotti e il fascismo

Da militante sul territorio a esponente del Parlamento. L’impatto con la Politica nazionale trovo’ in Matteotti un uomo capace di analisi. Da subito non ebbe esitazione a schierarsi per i valori universali dei principi della democrazia che lo indussero a schierarsi oltre che fermamente contro i fascisti anche contro i comunisti. In una lettera diretta alla Direzione comunista scrive “Voi siete comunisti per la dittatura e per il metodo della violenza sulle minoranze; noi siamo socialisti e per il metodo democratico delle libere scelte. Non c’è nulla di comune tra noi e voi”.  Verrà ripagato con una astiosa polemica che si acquieterà solo con la sua morte, per mano fascista.

Dal 1920, a Rovigo e in tutta la Pianura Padana, iniziarono le spedizioni fasciste dirette ad incendiare e distruggere le Camere del Lavoro e comincio’  conseguentemente la vita stentata delle Leghe di contadini e di braccianti che subivano sequestri di militanti e di dirigenti sia politici che sindacali. Ancora col 1921 la situazione di intimidazione ai danni delle organizzazioni socialiste divenne più  pesante. Fu in questo quadro di violenza che Matteotti perfeziono’ e completo’ la sua formazione politica rivelandosi da subito dirigente di levatura nazionale e leader delle classi lavoratrici che si erano venute a trovare con la sistematica distruzione delle sedi politiche, sindacali e cooperative. 

Incessantemente Matteotti avvio’ campagne di stampa e innumerevoli denunce pubbliche sulle efferatezze fasciste all’interno dell’Aula Parlamentare. Ogni violenza fascista ai danni di cooperative ed associazioni sindacali trovava, attraverso la sua iniziativa e tenacia, appassionate denunzie e chiamate in causa del movimento fascista. Divenne il deputato socialista più odiato dai fascisti.

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Nota.

Per alcune pagine, sul blog, riporteremo eventi ai danni delle Camere del Lavoro e tante iniziative di denunce parlamentari di Matteotti (che venivano riprese dalla stampa, fintanto che questa dispose di libertà). 

I discorsi di Matteotti che gli attireranno l’odio fascista, oltre a quelli di difesa del movimento sindacale e delle sedi territoriali socialiste, arriveranno fino a quando egli svela i brogli elettorali del 1924.


Un Personaggio

 

Sergio Mattarella,  politico e giurista italiano, 12º e attuale presidente della Repubblica Italiana dal 3 febbraio 2015. Dal 1983 al 2008 è stato deputato, prima per la Democrazia Cristiana e poi per il Partito Popolare Italiano, La Margherita e il Partito Democratico. 

Nascita: 23 luglio 1941 (età 82 anni), Palermo





Esercizio di 

democrazia


«Circa 400 milioni di cittadini andranno al voto e sarà un grande esercizio di democrazia: mi auguro una grande partecipazione al voto così i cittadini diventano protagonisti del loro futuro. Poi sarà compito delle istituzioni fare in modo che l'Unione diventi un soggetto protagonista della scena internazionale. Non possiamo rimanere in una condizione in cui l'Europa sia solo spettatore anche di eventi che sono negati per l'Unione stessa. Questa è una stagione che richiede il coraggio di riforme incisive e coraggiose». 

lunedì 22 aprile 2024

In che Paese viviamo?

Perché la politica non … ? (1) 

===Il debito pubblico italiano supera il 135% del Pil eppure il nostro Paese non si distingue solamente per essere fra i paesi più indebitati dell’Occidente. Esso registra infatti un grave ritardo in termini di educazione: riporta l’Ocse che  il nostro è il Paese europeo che ha il più alto numero di «analfabeti funzionali»: cioè il 28% della popolazione non è in condizione di comprendere e di saper usare le informazioni che si incontrano nella vita di tutti i giorni, a causa delle non sufficienti abilità nella lettura e comprensione del testo e nel calcolo. 

===E -ancora-  nel nostro Paese (l’Italia)  incombe l’inverno demografico, che rischia di trasformarci dal Paese con l’aspettativa di vita tra le più alte al mondo a quello col più basso tasso di fecondità. Nascono meno figli di quanti cittadini muoiono.

===Ma i segnali involutivi li cogliamo  ancora nel tipo di servizi di cui  fruiamo.  E’ sotto i nostri occhi il lento ma continuo declino di uno dei pilastri dell’integrazione sociale italiana: il Sistema Sanitario Nazionale. Negli ultimi mesi, la crisi è stata denunciata da diverse fonti. Non ultimo l’appello firmato da 14 eminenti scienziati. Eppure lo smottamento non accenna a diminuire! 

Lo cogliamo, infatti :

1) sia dai vincoli di bilancio (essendo il paese super indebitato) che dagli errori ereditati dai governi di ogni colore politico,

2) sia dai problemi gestionali di una sanità regionale spezzettata e politicizzata che da' un secondo segnale preoccupante proveniente dal mondo giovanile, 

ossia

3) dalla circostanza che da diversi anni una quota significativa di giovani preparati e brillanti lascia il Paese alla ricerca di opportunità che qui in Italia non trova.

4) dalla tendenza che si profila in vaste zone del Meridione che stanno perdendo  un’intera generazione. I giovani danno quasi per scontato che l’Italia non possa essere un luogo interessante per il loro futuro.

Il delitto Matteotti (2)

 Giacomo Matteotti nacque a Fratta Polesine il 22 maggio 1885. Il padre, Girolamo, era un piccolo commerciante che possedeva anche alcuni terreni. Era secondo di tre figli frequentò l’Universita’ di Bologna e si avviò subito alla vita politica collegandosi al movimento socialista di quel primo novecento.

Già nel 1910 era fra i protagonisti della vita politica e amministrativa di Rovigo e sindaco del comune di Marzana, in provincia di Rovigo. Al Congresso di Reggio Emilia (1912) si schierò in posizioni anti-Turati e per l’espulsione dal Partito di Bonomi e Bissolati perseguendo posizioni antimilitaristiche. Mostra comunque posizioni conciliaristiche rispetto alle varie posizioni politiche esistenti all’interno del Partito Socialista di quell’inizio del Novecento; sostanzialmente era un uomo pragmatico disponibile alle alleanze fra i vari gruppi che agitavano la vita interna del Partito.

Dal 1915 si impegna nelle attività di rafforzamento delle cooperative dell’area emiliano-romagnola contando anche sul sostegno della Banca provinciale del Polesine. Proprio l’attività’ svolta in favore delle cooperative gli ha accresciuto il favore delle campagne romagnole e la grande influenza all’interno del Partito. Allo scoppio della Prima guerra mondiale la posizione del Partito socialista e di Matteotti e’ per la neutralità. In quel contesto sorge e si incancrenisce il rapporto politico col massimalista Mussolini, che punta invece per l’interventismo. Avvio’ in quei mesi di inizio della prima guerra mondiale una lunga serie di comizi antimilitaristi. Fu per lui un periodo di forte impegno e resistenza proprio per essere stato un antimilitarista e pacifista, col suo partito prevalentemente posizionato sull’espressione ne’ aderire ne’ sabotare. Egli continuocomunque ad essere visceralmente neutralista e ancora più intransigente di quello dei settori più radicali del PSI. Senonche’ gli arrivò’ il richiamo alle armi e assegnato ad un reggimento di artiglieria.  Il Comando di Verona ritenendolo un “pervicace, violento agitatore, capace di nuocere  in ogni occasione agli interessi nazionali” ne dispose l’allontanamento dalla zona di guerra e lo internò’ a Campo Inglese, nella Sicilia Orientale.

(Segue)

Contessa Entellina. Continua il deflusso dei residenti

 Contessa Entellina

Città metropolit.

Palermo (PA)

Popolazione

1.472 abitanti(01/01/2024 - Istat)

Superficie

136,48 km²

Densità

10,79 ab./ km²

Codice Istat

082033