Da un articolo de IL SOLE 24ORE estrapoliamo due brani. Il primo spiega il meccanismo su cui si regge la legge elettorale (il Rosatellum), da cui prendiamo atto che il 4 marzo non esiste sulla scheda una vera possibilità di voto di preferenza, il secondo brano, con occhio specificatamente a quanto accaduto pochi mesi fa in Sicilia, lascia intendere come l'esito possa differire se l'elettore sceglie un simbolo (a prescindere dal personaggio proposto dalla lista) oppure -come capita da sempre nel Meridione- prevale l'attrazione per l'amico (le clientele di sempre).
LA NUOVA LEGGE ELETTORAE
Tra le regole del sistema elettorale con cui si voterà il 4 marzo ce n’è una che può fare la differenza: quella che impedisce l’espressione di un voto disgiunto. Come è noto, gli elettori potranno votare un candidato uninominale e una lista proporzionale collegata a quel candidato, potranno votare anche solo il candidato o solo la lista ma non potranno votare un candidato uninominale e una lista non collegata a quel candidato. In altre parole, se piacciono sia il candidato di collegio che il partito non ci sono problemi. Se, invece, piace il candidato ma non il partito o la coalizione collegati a quel candidato l’elettore si trova davanti a un dilemma perché non può dividere il suo voto. Appunto: non può votare in modo disgiunto. Naturalmente lo stesso dilemma si pone se piace il partito e non piace il candidato. In questi casi come si comporteranno gli elettori? Votano l’uno o votano l’altro? Danno la precedenza al candidato o al partito?
L'ESPERIENZA ULTIMA
col voto disgiunto alle regionali siciliane
Il voto nelle recenti elezioni regionali in Sicilia offre la possibilità di spiegare meglio questa ipotesi. In Sicilia il candidato-presidente del Movimento, Giancarlo Cancelleri, ha preso il 35% dei voti mentre la lista M5s ne ha ottenuto solo il 27%. In Sicilia c’è il voto disgiunto. Molti elettori del M5s hanno votato Cancelleri, che in questo caso rappresentava il marchio 5 stelle, ma non hanno votato la lista 5 stelle. Hanno preferito votare altre liste con altri candidati più conosciuti.
Il sistema elettorale ha consentito loro di esprimere contemporaneamente rabbia e voglia di nuovo, votando Cancelleri, e di conservare vecchi legami, votando l’uno o l’altro dei candidati nelle liste del centro-destra. Voto disgiunto e voto di preferenza hanno permesso questo comportamento. Il Rosatellum non lo consente. E questo potrebbe fare la differenza il 4 marzo. Proiettando i dati delle regionali sui 19 collegi siciliani del Rosatellum alla Camera, si vede che con i voti presi dai candidati alla presidenza della regione il M5s vincerebbe 6 seggi, il centro-destra 9, con 4 in bilico. Invece, con i voti presi dalle liste il M5s ne vincerebbe uno, il centro-destra 17, e uno sarebbe in bilico. Si noti che in nessun caso il centro-sinistra otterrebbe alcun seggio.
Nessun commento:
Posta un commento