Non so se tutti ci siamo accorti dello scarso utilizzo dei manifesti in questa campagna elettorale. Molto si svolge sui social, facebook etc.
Quegli spazi vuoti che talvolta ricordano i colombari da cimitero forse non fanno che da testimone di un'Italia che fu.
Pietre tombali sulla politica, insomma e purtroppo, sulla democraza così come l'appiamo conosciuta e assaporata.
Questi muri non sono di pietra, sono i manifesti che lo sono, le parole sono pietre parafrasando Carlo Levi, e denunciano purtroppo il clima violento di queste elezioni.
C'è in questa strana campagna elettorale un'atmosfera di incertezza spazio-temporale che GIANNELLI -a suo modo- ci fa intravedere nei passanti vestiti alla moda anni 50/60,
-la signora con lo chignon spagnolo sta per procurarsi una storta alla caviglia camminando pericolosamente in bilico sul marciapiede che è in discesa, oppure no è in salita perché non c'è nessuna prospettiva (politica).
- il piccolo cane trascina la signora della borsetta che adocchia questi bassorilievi vuoti della politica, questa Babilonia dei partiti nostrali, partiti scatole vuote o piene solamente di chiacchiere e nessun progetto: tombe da cimitero..
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