L'astensione dal voto è un comportamento che nel nostro Paese è cresciuto negli anni, con il crescere delle disuguaglianze che stanno caratterizzando il vero volto della "Seconda Repubblica" per il volto "liberista" che impronta le politiche sia della Destra che della neo-pseudo-Sinistra alla maiera del Pd.
Ormai sono lontane le percentuali superiori al 90% registrate tra il 1948 e il 1979 (con punte vicine al 94% nel 1953 e nel 1958 ma quasi analoghe anche nel 1976) e pure quelle superiori all'85% riscontrabili fino alla metà degli anni Novanta.
Nel 2013, per la prima volta, alle elezioni politiche, ha votato meno dell'80% (il 75,2%) e nelle ultime elezioni di livello nazionale (le europee del 2014) la percentuale è stata di circa il 58% (o del 57% considerando il voto degli italiani all'estero), ma questo è stato liquidato come un dettaglio per puntare il riflettore sul 40% ottenuto da un partito politico che, in realtà, proprio per la scarsa affluenza, aveva preso meno voti di quanti ne avesse ottenuti sei anni prima alle elezioni politiche.
I timori sono rivloti pure sulll'appuntamento di domenica 4 marzo.
Nessun commento:
Posta un commento