Dall’appoggio decisivo al ritorno a un
sistema elettorale proporzionale, ai clamorosi cedimenti alla Lega su obiettivi
programmatici che segnerebbero l’autoesclusione dell’Italia dalla UE; dallo
spostamento della politica estera nel senso dell’apertura a Mosca all’oscuramento
della memoria circa la catastrofe economico-finanziaria del 2011
.
Rassegna delle contraddizioni e dei pericolosissimi
svarioni programmatici di un una coalizione fortemente connotata in senso
sovranista e protezionista, registrati e documentati su questo sito negli
ultimi tre anni – 27 febbraio 2018
LE
RESPONSABILITÀ DI FORZA ITALIA SUL PIANO DELLA RIFORMA ISTITUZIONALE –
1.
IL CONTRIBUTO DECISIVO AL “NO” AL REFERENDUM
Il
leader di Forza Italia ha fatto sponda a Massimo D’Alema sostenendo che, dopo
il “no” al referendum, si sarebbe potuto fare una buona riforma costituzionale
in sei mesi; poi ha rifiutato persino una riforma elettorale di tipo
maggioritario (vedi il punto seguente). Mai come oggi abbiamo avuto la
percezione della necessità, anzi urgenza, di una riforma costituzionale che
liberi il Paese dal rischio della paralisi.
LE RESPONSABILITÀ DI FORZA ITALIA SUL PIANO DELLA
RIFORMA ISTITUZIONALE –
2.
IL RIFIUTO DI UNA LEGGE ELETTORALE MAGGIORITARIA
È
stata Forza Italia a impedire il varo di una legge elettorale maggioritaria sul
modello – sperimentato con buoni risultati a cavallo tra gli anni ’90 e i primi
anni 2000 – della legge Mattarella, sostenuta e proposta dal Pd. Il
“rosatellum” con cui voteremo domenica è , fondamentalmente, figlio di questo
rifiuto.
IL CEDIMENTO DI FORZA ITALIA ALLA LEGA –
1. IL “SOVRANISMO” NEL PROGRAMMA DELLA COALIZIONE
Mentre
i parlamenti francese e tedesco pongono le basi degli Stati Uniti d’Europa, il
Centrodestra pone le basi per l’autoesclusione dell’Italia da questo processo
costituente, aprendo esplicitamente il proprio programma con l’obiettivo
di un “recupero
di sovranità dell’Italia rispetto all’Europa”.
Che avrebbe l’effetto di un blocco traumatico del processo di integrazione.
IL
CEDIMENTO DI FORZA ITALIA ALLA LEGA –
2.
LA PREVALENZA DELLA NOSTRA COSTITUZIONE SUL DIRITTO UE
Sostenere,
come si fa nell’accordo di coalizione del Centrodestra italiano, che occorre
reintrodurre “la prevalenza della nostra Costituzione sul diritto comunitario”
vuol dire creare le condizioni per la frantumazione del sistema europeo.
IL
CEDIMENTO DI FORZA ITALIA ALLA LEGA –
3. LA PARZIALE RICONQUISTA DELLA SOVRANITÀ
MONETARIA DA PARTE DELL’ITALIA
Questo
obiettivo programmatico enunciato da Matteo Salvini in un’intervista a Libero di
gennaio corrisponde sostanzialmente alla proposta di tornare alla doppia moneta
(le “AM lire”), sostenuta da Silvio Berlusconi fino all’autunno scorso. Del
resto il “ministro dell’economia” di Forza Italia, Renato Brunetta, ha sempre
sostenuto e sostiene tuttora questa linea.
IL
CEDIMENTO DI FORZA ITALIA ALLA LEGA –
4.
IL PROTEZIONISMO NO-GLOBAL
Non
si può tenere insieme credibilmente la destra protezionista e no-global dei
Salvini, Brunetta e Meloni – quella, per intenderci, che fa la guerra contro il
CETA e mette in programma il ripristino dei dazi alle frontiere per proteggere
l’industria nazionale – con quella liberal-democratica ed europeista dei Parisi
e dei Carraro. Non si può tenere insieme un partito come FI, aderente al
Partito Popolare Europeo, con un partito che si gemella con il Front National
di Marine Le Pen.
IL
CEDIMENTO DI FORZA ITALIA ALLA LEGA –
5.
LA CONTRO-RIFORMA PENSIONISTICA COME CARDINE DEL NUOVO WELFARE
Col
proporre di smontare la legge Fornero del 2011 – allora votata, peraltro, anche
da Forza Italia – e col mettere in cantiere altre leggi di spesa totalmente
prive di copertura, il Centrodestra contraddice platealmente gli impegni
assunti dall’Italia nei confronti dell’UE (sottoscritti, oltretutto, nel 2010
proprio da un Governo di centrodestra). Il tutto è aggravato dall’indegno,
violentissimo, attacco personale della Lega di Matteo Salvini contro
l’ex-ministra del Lavoro e del Werlfare Elsa Fornero.
BILANCIO
2018: UN’OPPOSIZIONE TOTALMENTE PRIVA DI IDEE ALTERNATIVE RISPETTO ALLA LINEA
DI POLITICA ECONOMICA DEL GOVERNO GENTILONI
Nonostante
le promesse elettorali mirabolanti, nel corso della sessione di bilancio
dell’autunno scorso, quando gli emendamenti dovevano essere presentati con le
coperture appropriate, il centrodestra non ha saputo indicare concretamente
alcuna scelta di politica economica, del lavoro o del welfare diversa rispetto
alle linee-portanti della politica economico-finanziaria proposta dal Governo:
gli emendamenti presentati riguardano soltanto prelievi marginali in favore di
questa o quella categoria o realtà locale. Niente blocco dell’età pensionabile,
niente pensioni a 1000 euro per tutti, nessuna riduzione generalizzata di
imposte o tasse. Come si può dare credito a forze politiche il cui linguaggio è
così diverso in tv e quando si discute seriamente in Parlamento?
LO
SPOSTAMENTO DELL’ASSE DELLA NOSTRA POLITICA ESTERA –
1.
LE SIMPATIE DI LEGA E BERLUSCONI NEI CONFRONTI DI PUTIN
Nonostante
che l’obiettivo fondamentale dell’autocrate di Mosca sia indebolire il tessuto
della società occidentale e la democrazia liberale, la Lega propone la
soppressione delle sanzioni contro la Russia per l’aggressione alla Crimea e
Silvio Berlusconi non nasconde le proprie simpatie personali nei suoi
confronti. Questo orientamento nel senso dell’apertura a Mosca accomuna,
del resto tutte le forze politiche che hanno sostenuto il “no” al referendum
costituzionale.
FORZA
ITALIA E LEGA INSIEME CONTRO L’APERTURA ALLA CONCORRENZA NEL SERVIZIO TAXI
Sono
on line gli argomenti vagamente minatori del senatore Maurizio Gasparri, che fa
appello alla “mobilitazione” dei taxisti contro le misure del Governo Gentiloni
volte a un’apertura del settore alla competizione e all’evoluzione tecnologica.
I
LA
FRODE STORICA DI BERLUSCONI: NEL 2011 IL SUO GOVERNO NON CADDE AFFATTO PER UN
COLPO DI STATO”, COME ORA LUI SOSTIENE
Si
è mai visto un colpo di stato all’esito del quale il capo del governo uscente
vota la fiducia al capo del governo subentrante insieme a tutti i parlamentari
del proprio partito, poi continua a sostenerlo per un anno e mezzo? La verità è
che Berlusconi vorrebbe farci dimenticare la crisi economico-finanziaria catastrofica cui il suo govero condusse l’Italia nel 2011. E
lo stato confusionale in cui il suo governo si trovò nell’ultimo anno di vita,
quando il premier non parlava con il ministro dell’Economia Tremonti e non si
capiva quale dei due disprezzasse l’altro di più.
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