E poi dicono che a Sinistra
c'è il vuoto.
ANTONIO INGROIA, fondatori della lista dl Popolo
”Palermo è una città simbolo – spiega Ingroia – perché è stata per
una lunga e terribile stagione la capitale dell’intreccio tra potere e
criminalità. Ma Palermo è anche città di grandi speranze e di grandi
riscatti, che ha vissuto momenti di risveglio perfino sorprendenti, tanto che
non a caso si è parlato più volte di primavera palermitana. Ora c’è bisogno di
una primavera italiana, nel segno della Costituzione. L’abbiamo difesa col
nostro “No” al referendum del 4 dicembre 2016, ma non basta. Adesso dobbiamo
pretendere che venga attuata. E’ tempo di una vera riscossa costituzionale, per
un’Italia libera, democratica, giusta, sovrana”
PIETRO GRASSO, leader LeU
Domenica si vota. È arrivato il momento di portare in Parlamento una forza di sinistra che abbia coraggio e proposte serie, che torni a parlare di lavoro, scuola, salute, ambiente e legalità.
RICCARDO NENCINI, segretario psi, candidato Lista Insieme
“Veder sventolare un crocifisso durante un comizio elettorale è cosa che nemmeno Luigi Gedda negli anni ’50, quello che vedeva le madonne muoversi dal campanile in giro per l’Italia”.
Commentando il gesto di Salvini che ha sventolato il rosario in un comizio a Milano, Nencini ha detto che si tratta di un gesto ” blasfemo, un’offesa a tutti gli italiani e non solo ai cristiani che in tempi normali farebbe sorridere, ma in questi preoccupa”.
EMMA BONINO, leader di +Europa
La scuola deve preparare più e meglio al lavoro: va bene il boom del liceo classico, ma nei paesi vicini alla piena occupazione, come la Germania, cercano più ingegneri e operai specializzati che non latinisti.
GIULIO SANTAGATA, leader dei prodiani, canddat Lista Insieme
L’Italia è malata di disuguaglianze e la flat tax proposta dalla destra, che mette più soldi in tasca ai ricchi e li toglie ai poveri, non è quello che serve. Per il nostro Paese l’unica cura possibile è investire per creare buon lavoro.
PIER LUIGI BERSANI, esponente di LeU
“Forse Di Maio come profilo assomiglia più ad Andreotti che a me”.
"Noi parleremo con il M5S. Boldrini? Non c’è alcuna discussione, lei anticipa semplicemente il fatto che non ne vede le condizioni, ma non dice che non dev’esserci dialogo. Ci parleremo ovviamente.
Votare la fiducia a un governo M5S?
Con l’impostazione che hanno adesso non se ne parla. Devono prima sbrogliarsi alcune cose: decidere se voltare la testa a destra o a sinistra, ad esempio. E vedo un antifascismo un po’ troppo pallido”.
Sull’ipotesi di un Gentiloni bis dopo il voto, Bersani osserva: “Adesso viene fuori Gentiloni, ma quanti voti di fiducia deve mettere per non apparire renziano? Questa alternatività di Gentiloni a Renzi non è vera, stando ai fatti. Un Gentiloni bis potrebbe servire a fare una legge elettorale per tornare al voto. Quello che non si può fare sono gli inciuci, perché è come chiudere la valvola di una pentola a pressione.
Prodi sostiene Gentiloni? E’ adulto e fa quel che vuole. Secondo me, sbaglia, perché Gentiloni aveva una grande occasione: poteva non mettere le fiducie, fare il voto disgiunto come avevamo chiesto noi, correggere il Jobs Act e la Buona Scuola”.
“Questa idea demenziale di dare del gufo a chi indica un problema ha aperto la strada alla destra. Chi governa deve dirlo per primo che c’è un problema, sennò ci va un altro su quel problema. Nel Paese ci sono dei problemi, negarlo è stato un errore drammatico”.
“C’è qualche politico del Pd che è abbastanza imbroglione da aver voluto una legge elettorale proporzionale, vendendola per maggioritaria. No, i voti che prendiamo noi e che sarebbero dispersi abbassano la percentuale della destra, perché siamo in un sistema proporzionale. In un proporzionale, il voto utile è votare per la tua idea, per dove ti porta il cuore”.
“dico che i numeri si lasciano sommare, ma le persone no. Le devi convincere, la gente non si lascia ammucchiare, altrimenti sta nel bosco o va da altre parti”