AQUILAE
pars
altera
EUREKA! gridò il filosofo, dandosi una
botta in testa per la stupidità che non gli aveva permesso di capire la cosa
per tempo.
Eureka! ripeto io, dandomi dello stupido
per non aver legato le cose che scorrono sotto i miei occhi.
Aquila imperiale slava (Zar di Russia) |
Non monadi erranti pel mondo universo, ma
tessere di un mosaico subdolamente accostate a completare una diabolica icona.
Rectius: tela di ragno nero, tesa all’attasso
dell’aquila arbëreshe.
Mi spiego.
Per convincere l’amico Toti
dell’importanza della nostra Chiesa e dell’unicità della sua posizione nella
Cristianità, giorni fa ho estratto da un palchetto della mia libreria l’Annuario
Pontificio. Non quello dell’anno corrente, che non possiedo, ma quello del
1987.
Toti ha sgranato gli occhi quando, sotto
la dicitura Rito Bizantino o Tradizione Costantinopolitana,
vide elencati: ALBANESI, ITALO-ALBANESI, BULGARI, … !
Per accertarmi, poi, se, dopo tanti anni,
si era optato per “Rito” o per “Tradizione” (come avrebbe voluto Giovanni Paolo
II), ho appena consultato l’Annuario 2016 presso la Biblioteca
della Facoltà Teologica a Palermo.
Sullo sfondo il portone dell'Episcopio |
Risultato: è vero, dopo tanti
tentennamenti si opta per “Tradizione” al posto di “rito”, ma non esiste più la
dicitura Chiesa Italo-Albanese, ma Chiesa Cattolica
Bizantina in Italia!
Avete capito bene: gli Italo-Albanesi -
non “uniati” disertori dell’Ortodossia bizantina, ma Ortodossi in perfetta
comunione con Roma, caso unico in tutto l’ecumene cristiano - non esistono più
nel novero della Chiesa Universale!
Colpa nostra! Abbiamo coniato noi questo
mostro linguistico che appanna, annulla la nostra origine dall’antica e
venerabile Chiesa Illirica di tradizione costantinopolitana, a favore di un
insensato bizantinismo unitario col decrepito Monastero di Grottaferrata!
Monastero che, guarda i giochi del Caso/Caos, vive ancora perché rinsanguato di
sangue arbëresh!
I compromessi si pagano!
LE AQUILE. Perché insisto sulle aquile? Ma
per farla finita, finalmente, col minimalismo pauperista degli Arbëreshë!
Siamo appena usciti dalla civiltà
contadina, ma ne conserviamo intatte le virtù negative. Come quella di
accontentarci del minimo, perdendo di vista il possibile.
Non continuiamo, forse, a accontentarci
del “më mirë gjegjë se mosgjë”?
E lo applichiamo a tutte le circostanze!
Aquila dell'Eparchia di Piana degli Albanesi |
Certo, quando, falce alla mano e cannule
alle dita, i nostri mietevano lo scarno frutto della semina novembrina, il
motto andava bene: “meglio qualcosa che niente”!
Ma perché, di grazia, accontentarsi, oggi,
senza protestare, di: strade dissestate, corruttele politiche, sindaci incapaci
e ladri, mancanza d’acqua dove l’acqua abbonda, legge di tutela linguistica non
applicata, Vulgus vult decipi, tradimento del pensiero di Padre
Giorgio Guzzetta in De Albanensibus Italiae RITE excolendis
ut… , BESA a uso e consumo del suo inamovibile Direttore, sacerdoti
che lucrano su improbabili continui insopportabili esorcismi demoniaci, papas
-ingrassati dall’8 per mille - , sempre in altre faccende affaccendati, che
tengono chiuse le chiese, vescovi che dilapidano i beni del Seminario del
Guzzetta, dell’Ellinikòn Chorìon, della Mensa del Vescovo Ordinante, …, vescovo
che viene da lontano a peggiorare il peggio che un vescovo venuto da kilometro
zero ha lasciato in eredità? …
Siamo noi i responsabili di tanto sfacelo!
Aquila "stemma del Comune di Contessa Entellina" |
Se noi fossimo vigili, virili, se stessimo
attenti a riconoscere le “aquile” che ci circondano, pronte a ghermirci,
avremmo tutto da guadagnare in consapevolezza, in dignità e in fierezza per la
Fede che professiamo.
Carini /antica Eparchia di Ykkara, 11 ottobre
2016
Zef Chiaramonte
P.S. Confrontate l’aquila di Gallaro con
quella zaristputinka!!!
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Le immagini sono state curate dal Blog e non coinvolgono il disegno tratteggiato dall'autore del post
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