Il rito bizantino, sviluppatosi soprattutto nella città
imperiale di Bisanzio (Costantinopoli) è’ il rito più diffuso e
rappresentativo dell’Oriente cristiano, comune a fedeli, sia Ortodossi che Cattolici.
Esso si esprime
attraverso l’anafora di s. Giovanni Crisostomo (nelle domeniche di
quaresima e in alcune grandi vigilie si recita però l’anafora di s. Basilio).
La
lingua originale è il greco (antico); i libri liturgici sono stati tradotti in tempi più recenti anche
nelle lingue moderne: in slavo al tempo della conversione della Russia, poi in Romeno, in Serbo, in arabo, ecc. e oggi in tutte le lingue
moderne.
La «divina liturgia»,
che si svolge dietro una «iconostasi», è concepita come «la venuta del
cielo sulla terra», una anticipazione della parusìa.
Il Vaticano II ha sancito le seguenti linee,
da tener presenti:
Sacrosanctum Concilium:
«Il sacrosanto concilio, in fedele obbedienza
alla tradizione, dichiara che la santa madre Chiesa considera di uguale diritto e con
pari onore tutti i riti legittimamente riconosciuti, e vuole che in avvenire essi siano
conservati e in ogni modo incrementati, e desidera che, ove sia necessario, vengano
prudentemente riveduti in modo integrale nello spirito della sana tradizione e venga
dato loro nuovo vigore secondo le circostanze e le necessità del nostro tempo» (SC
4);
Unitatis redintegratio:
«Tutti sappiano che il conoscere, venerare,
conservare e sostenere il ricchissimo patrimonio liturgico e spirituale degli Orientali
è di somma importanza per custodire fedelmente la pienezza della tradizione
cristiana e per attuare la riconciliazione dei Cristiani d’Oriente e d’Occidente» (UR
15).
Orientalim Ecclesiarum:
Di essa ci siamo occupati varie volte
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