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giovedì 7 luglio 2011

Camera e Senato hanno costi che in Europa sono "da non senso". Abolendo le province si risparmiano -su base nazionale- 5 miliardi di euro

Ci piace insistere sull’iniquità della manovra finanziaria varata dal Governo una settimana fa, nella parte in cui rinvia alla prossima legislatura il taglio dei costi della politica, di cui riportiamo un capitoletto da cui verrebbero fuori 5 miliardi di euro.
A) la riduzione dei parlamentari riguarda la successiva legislatura, in quanto ha bisogno di una riforma costituzionale dai tempi relativamente lunghi, oggi, invece, si potrebbero tagliare il costo di Camera, Senato e Quirinale, indennità e prebende varie dei parlamentari, dei consiglieri regionali, provinciali e circoscrizionali, ancor più di quel misero 10% effettuato dal 1° gennaio 2011.
Il Quirinale, di cui Napolitano -gli va dato atto- ha ridotto i costi da due/tre anni in qua, costa comunque tuttora molto di più del palazzo della Regina Elisabetta a Londra, di quello di Sarkozy, a Parigi, e di Re Carlo di Borbone (Madrid).
Camera e Senato, con tutti gli ignoranti ed indecenti scelti da Berlusconi e D’Alema, nella formulazione delle liste, ha costi da primato. E c'è da dire che nei parlamenti di tutta Europa (dal Portogallo agli Urali), è impossibile incontrare un Silipodi.
B) Se è pur vero che le Province sono previste dall’articolo 114 della Costituzione c’è da dire che quell’articolo non disciplina la loro forma. E’ una legge del 1951 (in Sicilia invece è l’Ordinamento EE.ll.) che ha previsto dei baracconi con consiglieri, assessori, presidenti di apparati che costano oltre 11 miliardi. Non tutti superflui, perché circa la metà riguardano spese necessarie per l’attività dell’ente intermedio. Ma l’altra metà, circa 5 miliardi, è uno sperpero conseguente al clientelismo perché di questa forma dell’ente Provincia si può tranquillamente fare a meno, mandando a casa le migliaia e migliaia di fannulloni assessori/consiglieri che costituiscono la rete clientelare dei cosiddetti “partiti”, strutture al servizio del capo o dei capi.
A conferma, lo Statuto siciliano, all’articolo 15, dà una precisa indicazione: le Province si costituiscono sotto forma di consorzi di Comuni che si aggregano liberamente.
Tali consorzi sono ovviamente a carico degli enti che li hanno costituiti, i consiglieri sono i sindaci, fra i quali si scelgono gli assessori e il presidente. Tutti a costo zero: ecco come si risparmiano i 5 miliardi.
Nel programma del governo Berlusconi era prevista l’abolizione delle Province. L’abolizione era pure prevista nel programma elettorale del fantomatico partito progressista, il Pd. Sia il pdl che il pd hanno tutto da perdere mandando a casa le migliaia di galoppini annidati nelle Province, motivo percui i due partiti “conservatori” d’Italia continueranno a tassare pensionati e risparmiatori piuttosto che tagliare gli enti inutili.

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