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domenica 24 luglio 2011

Filippo Penati. Il nuovo Greganti del PD ?

Berlusconi vede scemare la sua popolarità. In tanti anni ne ha combinate di cotte e di crude: leggi su misura della sua statura, asservimento delle istituzioni democratiche, trasformazione del governo, degli enti pubblici, delle autorità di garazia etc. in una grande “Corte” al suo servizio.
Tempo fà un amico, scottato dall’epoca Craxiana e dall’avere dato fiducia all’uomo divenuto simbolo di tangentopoli, mi spiegava che pur essendo culturalmente di sinistra aveva votato per Berlusconi perché “essendo ricco sfondato non avrebbe saccheggiato le casse dello stato”.
Filippo Penati
Berlusconi personalmente non ha saccheggiato (si suppone, fino a prova contraria) le casse dello stato, ma i suoi uomini hanno superato i “marioli” di craxiana memoria.
Le cricche hanno festeggiato per i morti del terremoto d’Abruzzo perché intravedevano fiumi di miliardi di euro, le P3, P4, hanno messo le mani, o meglio i loro uomini, ovunque c’era denaro pubblico e conti pubblici, i parlamentari colti con le mani nel sacco sono stati salvati (con la sola esclusione di Papa) col voto politico in Parlamento invece che con l'assoluzione dei magistrati.
L’era Berlusconi si sta chiudendo con lo Stato italiano vicino, mai così vicino, alla bancarotta.
Chi ha un po’ di anni di anzianità avrà capito che gli uomini della Provvidenza non esistono (per fortuna di tutti !). Per il buon funzionamento del governo del paese serve solamente la vigilanza di tutti, dei cittadini orgogliosi di indignarsi davanti ai "ladri pubblici".
Passiamo all’altro schieramento.
Bersani fu nominato segretario del Pd sull'onda fallimentare di Veltroni: l’uomo finto “americano”, il cui obiettivo era di apparire un Berlusconi, più giovane e di presunta-sinistra. Veltroni ha imposto con Berlusconi, infatti, una legge elettorale il cui scopo era –in quella fase- di strozzare la sinistra parlamentare per creare un Pdl senza la “L”.
Ma torniamo a Bersani.
Costui nel governo Prodi si era positivamente dato da fare per far dimenticare i trascorsi comunisti: privatizzò, liberalizzò e imparò a memoria tutte le opere di Adamo Smith e nascose in archivio i precedenti testi preferiti, quelli del filosofo di Treviri. Da ex-comunista, ovviamente, inseguì la sobrietà e l’onestà.
Oggi il Bersani della saggezza è pure lui cotto e stracotto, quasi alla pari di Berlusconi. Gli uomini di vertice della sua segreteria o sono in galera o cercano di negare sui milioni (veramente si parla di 4 miliardi di euro in nove anni) provenienti da tangenti. Il suo responsabile dei trasporti (Pronzato) è stato pescato con le mani nel sacco incassando tangenti, grazie all’incarico che ricopriva all’Enac (Ente vigilanza del trasporto aereo). Politica e gestione, branche da disgiungere nei dibattiti del Pd, in questo caso 'pratico' sono apparsi in maniera eclatante congiunte ed indissolubili.
Il capo della segreteria di Bersani, e leader Pd della Lombardia Filippo Penati, si è scoperto essere un “mago” della triangolazione e riciclaggio di denaro tangentizio (estero su estero) finalizzato al “finanziamento illecito ai partiti”.
Non abbiamo parlato né di Tedesco (senatore pugliese, intimo di Massimo D’Alema che lo aveva voluto Vice Presidente della Regione Puglia) né di Vitrano, fra i più votato dai pd all’Assemblea Regionale Siciliana.
Abbiamo parlato di due braccia (il destro e il sinistro) di Bersani: capo della segreteria e responsabile Trasporti. Viene quasi in mente di dire: “il capo non poteva non sapere”.
E’ proprio vero: la differenza fra PD e PDL è solamente una “L”.
L’Italia necessita di una nuova classe dirigente, di trentenni, massimo quarantenni, che sconoscano i ladrocini della Prima e della Seconda Repubblica e con entusiasmo e pulizia interiore sappiano rigenerare il ceto politico del nostro grande paese.

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