Con il gasolio a 96 centesimi al litro, i fertilizzanti che registrano un aumento di oltre il 14 per cento, il prezzo di vendita dei prodotti agricoli riesce a malapena a coprire i costi di produzione.
Gli agricoltori siciliani pagano un costo aggiuntivo: il trasporto.Il grano duro nell'Isola è acquistato dai grossisti ad un prezzo che è di una decina di centesimi di euro in meno rispetto alla piazza di Foggia. Una differenza che incide sul bilancio delle aziende agricole. Con il rischio che cresca l'abbandono dei seminativi che va ad aggiungersi ai 250 mila ettari perduti negli ultimi due anni.
Insufficiente remunerazione dei prodotti agricoli, ritardi nell'attuazione del Psr 2007-2013, miopia dei governi nazionale e regionale, carenze e difficoltà nel sistema creditizio agrario, indebitamento con gli istituti previdenziali ed esposizione con le banche delle aziende, insufficiente trasparenza della filiera, costi crescenti dei trasporti.
Sono tempi davvero grami per i contadini siciliani.
A denunciare l'ultimo caso di asfissiante "burocratite" è la Confagricoltura della Sicilia a proposito del provvedimento che «è di segno assolutamente contrario al principio, solo enunciato e smentito purtroppo nei fatti, di voler snellire le procedure burocratiche ed amministrative nel nostro Paese». In attuazione del 5° comma dell'articolo 73 del Decreto Legislativo 81/2008 (Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro) - spiega la Confagricoltura - «è stata preparata una bozza di accordo che prevede l'introduzione di una specifica abilitazione (patentino) per gli operatori delle macchine agricole, senza contare che questi sono stati già formati sia per la circolazione stradale sia per la sicurezza nei luoghi di lavoro».
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