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mercoledì 23 agosto 2017

In materia di amianto. In Sicilia diversamente che nel resto del Paese si può ... attendere

Nel 2014 una legge nazionale ha imposto ai Comuni, ai Sindaci, di dotarsi di un Piano sull'amianto ancora esistente sul loro territorio. Sul QdS leggiamo oggi che ogni dieci Comuni -in Sicilia- solamente due si sono dotati del Piano. 
Segno che ai nostri sindaci non importa nulla della salute dei loro amministrati: la bonifica conseguente al varo del Piano è intesa infatti a contrastare le conseguenze all'esposizione e all'insorgenza di malattie mortali (mesotelloma pleurico).

Per la verità i politicanti regionali, con una loro leggina, hanno scritto -in difformità a quanto avviene nel resto d'Italia- che il Piano comunale fino a quando non sarà varato il Piano Regionale è facoltativo. Dal 2015 esistono però le linee guida elaborate dal Dipartimento Regionale per la Protezione Civile per quei sindaci a cui la salute dei propri cittadini è cara.

Per intanto sono scaduti i termini per quei proprietari che avrebbero potuto, in esenzione di penalità, autodenunciarsi per l'eventuale detenzione di materiali di amianto. Ma l'Ars (i nostri politicanti) hanno liberalizzato, diversamente dal resto d'Italia, pure queste autodenunce: c'è tempo fino a quando la Regione non elaborerà e varerà il suo Piano, che seppure redatto lo tiene bloccato presso l'Assessorato Territorio e Ambiente, per adempimenti.

Solamente 70 Comuni su 390 si sono finora attivati per la salute dei loro cittadini nella nostra isola. 

Essere "attivi" significa attendere la voce ed i tempi di Mamma Regione ?  

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