Cefalù, il Duomo arabo-normanno costruito quando la Sicilia era greca per lingua e cristiano-orientale per Fede. |
La Sicilia per due millenni è stata terra greca; la cultura e la lingua rimase greca per tutto il periodo della dominazione romana.
Rispetto alle altre parti della penisola essa rimase infatti una "provincia", ossia una terra straniera rispetto all'Italia romana.
In quanto provincia essa fu un dominio retta con forme di governo analoghe a quelle della Siria, del Ponto etc. etc.
Come tutto il resto dell'Italia Meridionale fu aggregata -dopo la caduta di Roma in mano ai barbari- all'Impero Romano d'Oriente fino a quando non arrivarono gli Islamici.
Anche sotto gli arabi la popolazione continuò a parlare il greco e professare il cristianesimo bizantino.
Mosaici bizantini nel Duomo di Cefalù |
Sotto i normanni ed anche (in parte) con gli Svevi la popolazione continuò a parlare la lingua greca e a professare in maggioranza il Cristianesimo orientale.
L'Impero Romano d'Oriente non archiviò mai l'idea di rientrare in possesso di quella che fino alla fine dei suoi giorni (maggio 1453) continuava a chiamare la diocesi di Sicilia.
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Avendo pochi giorni fà visitato Cefalù ed il suo Duomo, mi è capitato di riflettere su una nota di Niceta Coniate, politico, scrittore e storico bizantino, tra i più importanti della sua epoca (1154-1217).
Scriveva Niceta nella sua Storia di Manuele Comneno
"L'Imperatore Manuele asseriva che gli era più facile farsi amici i popoli orientali con doni in denaro o con la forza delle armi; ma con quelli d'Occidente non poteva mai essere sicuro di ottenere tanto, perchè sono formidabili per numero, pieni di indomabile orgoglio, crudeli d'indole, ricchi di possedimenti ed animati da un odio inveterato per l'Impero".