Il lungo cammino verso l'Europa Unita, iniziato nel lontano 1957, giunge alla svolta decisiva il 9-10 dicembre 1991, quando si tiene il vertice di Maastricht.
L'originario Mercato Comune dei sei paesi (Italia, Francia, Germania, Benelux) cresce costantemente nel corso dei decenni fino a trasformarsi nell'Unione Europea tra quindici stati nel 1995.
L'evoluzione avviene tra difficoltà, contraddizioni e incertezze, alternando fasi di grande slancio nel conseguimento degli obiettivi a periodi di stallo legati alla situazione economica e politica internazionale.
Alla fine degli anni settanta si constata un considerevole rilancio del processo di integrazione con le elezioni dirette del Parlamento europeo nel 1978 e la creazione del Sistema monetario europeo nel 1979. Nei primi anni ottanta la recessione economica mondiale causa però una brusca frenata dei possibili sviluppi.
L'ingresso di paesi come la Grecia (1981), la Spagna e il Portogallo (nel 1986) segna da un lato un indiscutibile progresso, perchè amplia i confini della Cee, e dall'altro contribuisce alla creazione di un'Europa "a due velocità", in cui l'area mediterranea, economicamente debole, si contrappone all'area dei Paesi settentrionali, stabili sia politicamente che economicamente.
A dare un impulso al processo di unificazione è la commissione presieduta dal socialista Jacques Delors che, allo scopo di creare in tempi brevi il mercato unico e l'unione doganale, approva l'Atto unico europeo. Entrato in vigore l'1 luglio 1987, esso rappresenta sostanzialmente un impegno formale a realizzare uno spazio senza frontiere interne entro il 1992: è il passo decisivo verso gli accordi di Maastricht.
Il trattato discusso nel 1991, firmato nel febbraio 1992 ed entrato in vigore nel 1993, si sviluppa su tre linee guida.
1) La realizzazione degli scopi prefissati dai trattati di Ceca, Cee ed Eurotom, integrati con l'istituzione della cittadinanza europea, il conferimento di più poteri al Parlamento europeo e l'introduzione entro il 1999 della moneta unica (euro) unita alla creazione di una banca europea. Vengono inoltre fissati dei parametri economico-finanziari riguardanti i tassi di interesse, l'inflazione, il debito pubblico e il deficit di bilancio, cui tutti i paesi europei debbono attenersi, pena l'esclusione dall'Unione.
2) La definizione di una politica estera e di difesa comuni.
3) Linee sui problemi sociali, del lavoro, dell'immigrazione e della cooperazione giuridica.
L'Unione Europea nasce ufficialmente il 1° Novembre 1993.
Composta inizialmente da dodici paesi, nel 1994 si aggiungono Austria, Finlandia e Svezia. A questi avrebbe dovuto unirsi anche la Norvegia, ma un referendum popolare boccia il progetto del governo, lasciando a 15 il numero dei membri.
Il cammino intrapreso verso la creazione di un nuovo soggetto politico ed economico (Stati Uniti d'Europa) si rivela però molto più arduo del previsto, anche se lo sgretolamento dell'Unione Sovietica porterà altri paesi dell'est ad aderire (dai paesi baltici fino alla Bulgaria).
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