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domenica 24 agosto 2014

Il Vangelo alla luce dei fatti di ogni giorno

MATTEO
18, 23-35
NON BISOGNAVA CHE ANCHE TU AVESSI COMPASSIONE DEL TUO COMPAGNO COME ANCH’IO HO AVUTO COMPASSIONE DI TE?

21 Allora si fece innanzi Pietro e gli disse: Signore, quante volte peccherà contro di me mio fratello e gli perdonerò? Fino a sette volte? 22 Gli dice Gesù: Non ti dico fino a sette volte, ma settanta volte sette. 
23    Per questo è simile il regno dei cieli a un re che volle fare i conti con i suoi ministri. 24 Ora, cominciando a fare i conti, gli si presentò un debitore di diecimila talenti. 25  Non avendo di che risarcire, il Signore ordinò che fosse venduto, lui e la donna e i figli e quanto aveva, per risarcire. 26 Gettatosi dunque a terra, il ministro lo adorava dicendo: Abbi pazienza con me, e ti risarcirò di tutto. 27   Ora il Signore, mosso a compassione di quel ministro lo liberò e gli rimise il debito. 28 Ora uscito quel ministro trovò uno dei suoi compagni il quale gli era debitore di cento danari, e, afferratolo, lo strozzava dicendo: 29 Rendimi ciò che mi devi! Allora, gettatosi a terra, il suo compagno lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me, e ti risarcirò! 30 Ora egli non voleva, e andò a gettarlo in prigione, finché non l’avesse risarcito del debito. 31 Vedendo dunque i suoi compagni l’accaduto, furono molto addolorati e andarono a riferire al loro signore quanto era accaduto. 32 Allora, chiamatolo innanzi, il suo signore gli dice: Ministro cattivo, tutto quel debito ti ho rimesso perché mi hai supplicato. 33 Non bisognava che anche tu avessi compassione del tuo compagno come anch’io ho avuto compassione di te? 34  E, adirato, il suo signore lo consegnò agli aguzzini fino a che non lo avesse risarcito di tutto quanto gli era debitore. 35 Così anche il Padre mio nei cieli farà con voi, se non perdonerete al fratello dai vostri cuori.

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Brano del Vangelo di Matteo proclamato in questa domenica nelle Chiese bizantine

Capita di ascoltare discorsi da parte di gente, peraltro frequentatori della Chiesa, che esigono la parità nei confronti degli appartenenti ad altre religioni, secondo la regola: chi sbaglia paga. Per ogni gola tagliata in Iraq ad un cristiano si dovrebbero tagliare 10 gole non cristiane.
Costoro, seppure frequentatori delle chiese, sconoscono dalle fondamenta la giustizia del Vangelo, che è misericordia, dono e perdono: 
all’avversario si deve la riconciliazione, 
al piccolo l’accoglienza, 
allo smarrito la ricerca, 
al colpevole la correzione, 
al debitore il condono
È la disparità della giustizia quella che il testo evangelico propone.
Lì dove le regole umane uccidono, lo Spirito dà vita ed esige di essere imitato dai presunti cristiani: dare vita.

Il brano è messaggio d'amore, ma -ogni giorno- la gran parte di noi ci discostiamo da esso con argomentazioni che ci tengono lontani, lontanissimi dalla magnanimità. Nello stesso tempo vorremmo che gli altri, nei nostri confronti, si comportassero con tolleranza e bontà.

Esiste dalle nostre parti -peraltro- un perdono che è peggiore del non perdono: Ricordare all'altro  continuamente il suo errore; questa modalità diventa  davvero la peggior vendetta.
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La regola occhio per occhio, dente per dente oltre che essere quella che gli israeliani applicano a Gaza (a fronte di sessanta morti da un lato ve ne sono oltre duemila dall'altro lato) è anche la regola che guida -purtroppo- il nostro impegno in politica, nelle relazioni parentali o amicali, quell'impegno -di noi che ci professiamo cristiani ma che in verità siamo "egoisti"-.

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