Distrarsi dalla monotonia quotidiana è giusto ed è
necessario per condurre una vita normale, ordinaria.
Non c’è paese di Sicilia che non organizzi la sua “Sagra” durante
queste ultime settimane estive. Pare che il denaro per queste iniziative
provenga da Mamma Regione, compreso quello per le cosiddette “notti bianche”.
Non abbiamo contezza se Mamma Regione, a sua volta, attinga al denaro
dell’Europa.
Se così fosse è palese che siamo in presenza di sprechi, sperpero di denaro pubblico.
Nessun paese europeo utilizza infatti i fondi
comunitari per distrarre, tenere allegra la gente. Tutti i paesi europei utilizzano
quei denari per gli investimenti, per creare posti di lavoro.
Ma siamo in Sicilia e qui la regola è: Panem et circenses (che un amico –tempo
fà- traduceva in festa, farina e furca).
Com’è possibile che con i fondi europei si
finanzino cose come la Sagra del castrato o la Festa dell’Uva o le hostess dei
convegni?
Purtroppo la qualità della spesa pubblica è un
problema nazionale, quindi non stiamo svolgendo nessuna critica ai sindaci, e
ancor meno stiamo riferendoci alle vicende locali, quelle contessiote.
Sappiamo tutti, molto bene, che la logica delle
politiche locali è fatta di queste tristi liturgie di captazione del consenso
che meritano -senza alcun dubbio- di essere stigmatizzate e al più presto superate.
Ma se queste iniziative, per quanto discutibili, sono
regolari, non è assurdo invece che per utilizzare, per esempio, i fondi europei per tagliare il cuneo fiscale sul lavoro si
debba chiedere il permesso di Bruxelles ?
Sappiamo bene che l’ostacolo non è tanto
Bruxelles, ma l’utilizzo, o meglio, la programmazione folle che le Regioni del
Sud Italia fanno dei fondi comunitari.
Perché Campania, Calabria e Sicilia devono sperperare
i fondi comunitari in Panem e circenses piuttosto
che per creare occupazione
?
La viabilità in Sicilia è un disastro, i giovani
emigrano, le famiglie in condizioni di bisogno aumentano, la disoccupazione
comincia a diventare la regola, specie per i giovani.
Eppure a Palermo pare che esista qualcuno che
distribuisce soldini ai sindaci per organizzare le Sagre di paese. Che peraltro
essendo organizzate malissimo non servono nemmeno a quel minimo di possibilità
che esse potrebbero attivare: attrarre l’attenzione sulle specificità
territoriali locali.
No, neanche a questo i nostri amministratori locali
dell’isola sono culturalmente attrezzati.
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