Dietro le lagne sulla morte della democrazia, s'intravede in Italia una
voglia inconfessabile di autoritarismo da piazza. Se avanzo, seguitemi.
MONI OVADIO, attore teatrale, drammaturco
MONI OVADIO, attore teatrale, drammaturco
“Io, ebreo, sostengo i diritti
palestinesi. Ecco perché”
"Oltre alle
ragioni che lo definiscono, il conflitto israelo-palestinese è importante
perché evoca ripetutamente, nella dimensione fantasmatica, lo spettro
dell’antisemitismo, quello del suo esito catastrofico, la Shoah, ma anche
quello del suo doppio negativo, la vittima che diventa carnefice. I processi di
permanente vittimizzazione che si sinergizzano con i complessi di colpa
occidentali, legittimano un’'industria dell’Olocausto'. Questa, a mio parere, è
una delle derive più allarmanti e ciniche della memoria".
DARIO DI VICO, giornalista
La gradualità ha dunque preso il
sopravvento sulla velocità fine a se stessa.
Con la parola d’ordine del «passo
dopo passo» il premier Renzi sembra aver preso atto, almeno a livello di
comunicazione, che nell’azione di governo c’è bisogno di meno foga e più
raziocinio. Da sprinter di valore intermedio il presidente si candida ora a
diventare un buon mezzofondista. Confidiamo, di conseguenza, che da oggi in poi
i provvedimenti siano ben scritti, che i decreti attuativi seguano per tempo e
che l’implementazione delle norme non resti impigliata nelle trappole tese, più o
meno ad arte, dalla burocrazia.
Peccato però che questa svolta all’insegna
del buon senso si sia confusa ieri con un piccolo show di cui avremmo fatto
volentieri a meno. Il presidente del
Consiglio che gusta polemicamente un gelato nel cortile di Palazzo Chigi per
replicare a una pessima copertina dell’Economist non è certo un’immagine
destinata ad aiutare la nostra credibilità internazionale, si presenta invece
come una scelta assai discutibile di marketing politico. Onestamente non ci
viene in mente un altro grande leader europeo in carica che avrebbe dato vita
alla stessa performance. Quantomeno qualcuno a lui vicino avrebbe avuto il
fegato per fermarlo in tempo.
Con la parola d’ordine del «passo dopo passo» il premier Renzi sembra aver preso atto, almeno a livello di comunicazione, che nell’azione di governo c’è bisogno di meno foga e più raziocinio. Da sprinter di valore intermedio il presidente si candida ora a diventare un buon mezzofondista. Confidiamo, di conseguenza, che da oggi in poi i provvedimenti siano ben scritti, che i decreti attuativi seguano per tempo e che l’implementazione delle norme non resti impigliata nelle trappole tese, più o meno ad arte, dalla burocrazia.
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