Il Coro Padre Lorenzo Tardo di Contessa Entellina a Grottaferrata
di Anna Fucarino
di Anna Fucarino
Sabato 30 ottobre il Coro Padre Lorenzo Tardo di Contessa Entellina diretto da Papàs Nicolò Cuccia si esibirà in un concerto a Grottaferrata in occasione del convegno “Incontri sulla coralità e la musica melurgica bizantina”. Il convegno è stato organizzato dall’Associazione “Corale Polifonica di Grottaferrata” in collaborazione con il “Consiglio Regionale del Lazio”, e con il patrocinio dei seguenti Enti: Comune di Grottaferrata, Università degli studi di Roma – Tor Vergata, Abbazia di San Nilo, Biblioteca statale Monumento Nazionale di Grottaferrata, Associazione Regionale Cori del Lazio, Società Italiana di Musicologia, Centro Socio Culturale di Grottaferrata.
Il convegno, della durata di tre giorni, avrà luogo a Grottaferrata presso la Sala Conferenze dell’Abbazia di S. Nilo .
I lavori avranno inizio il 29 ottobre alle ore 16,00, con una tavola rotonda dal titolo: “L’associazionismo e la coralità amatoriale- il terzo settore”, a conclusione della quale ci sarà il concerto “Coro di voci bianche” della Corale Polifonica di Grottaferrata e subito dopo Archi dell’Accademia Filarminica Tuscolana- Corale Polifonica di Grottaferrata.
Il 30 ottobre alle ore 9,00 si terrà il convegno dal titolo: “La Tradizione Melurgica Bizantina – Grottaferrata e l’Italia meridionale”. I lavori si svolgeranno per l’intera giornata e, alle ore 19,00, è previsto il concerto della Corale Polifonica di Grottaferrata e del Coro Padre Lorenzo Tardo di Contessa Entellina.
Il 31 ottobre alle ore 16,00 avrà luogo un’altra sessione dal titolo: “La coralità: Musica e dinamiche relazionali”. I lavori avranno fine con un concerto di chiusura “Centovoci in Coro” Parrocchia del S. Cuore – Grottaferrata.
Il Coro Padre Lorenzo Tardo partirà dall’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo alle ore 15,15 del 29 ottobre prossimo. Il coro, diretto da papàs Nicolò Cuccia, è composto dai seguenti elementi:
Colletti Tiziana; Colletti Irene; Colletti Francesca; Schirò Antonino, Cuccia Angelica, D’Agostino Tania, Gennusa Cinzia, Gatto Anastasia, Rumore Lucrezia, Bondì Melissa, Lala Nicoletta, Anna Fucarino, Schrò Martina, Giallo Rosangela, Lala Roberta, Chisesi Anna, Cusimano Giusy, Caruso Giuseppe, Caruso Mariarosa, Schirò Nino, Lala Nino, Candore Laura, Montaleone Alessia, Papàs Ianni Pecoraro.
Per quanti si trovano a Roma o desiderino farsi un viaggio: ci troverete sabato sera ore 19,00 a Grottaferrata. Vi aspettiamo.
Anna Fucarino
Il Canto bizantino: appunti
Nella Liturgia bizantina nulla accade per caso, ogni elemento inserito nel rito assolve ad uno scopo. Il canto ad esempio si prefige di creare l'atmosfera che adatta per far dimenticare al fedele i travagli di questo mondo.
Il fedele è ovviamente consapevole che Dio, il Mistero di Dio, è sempre vicino all'uomo; da questa certezza scaturisce che non Dio deve manifestarsi, bensì è l'uomo che deve adoperarsi per incontrarlo.
È questa la ragione per cui la Chiesa invita l'uomo, il fedele, a scrutare nel silenzio dentro se stesso, a perseguire la purificazione del cuore e la lontananza dalle distrazioni.
Porre l'attenzione su ogni pensiero vagante assimila l'uomo ad un fiore che si esclude dai raggi solari, quando questi pone la propria intelligenza esclusivamente a curare i beni terreni.
Gli elementi simbolici, così numerosi nella Liturgia, hanno pertanto la finalità di avvicinare Dio all'uomo, e si propongono di esortarlo a sollevare e a detergere lo sguardo del suo Spirito.
Tutto ciò raggiunge chiara rappresentazione nell'esecuzione del Canto.
Nella Liturgia il canto nella sua melodica e/o nelle parole si allontana completamente dal trambusto della realtà secolare, quel trambusto che come spesso capita in tante chiese "alla moda" si fa di tutto per immetterlo e per cacciare via il silenzio, quel silenzio attraverso il quale Dio parla al cuore umano.
Dio, nello spirito liturgico bizantino, deve essere celebrato nella melodia adatta a disporre l'animo, lontano quindi dalla confusione della vita quotidiana. Prima della presentazione del pane e del vino, il celebrante infatti esorta i fedeli a deporre "ogni cura di questa vita".
Il canto liturgico bizantino, nato e sviluppato in un contesto culturale diverso da quello dei nostri giorni, è rimasto sempre vivo perché veicola questa conoscenza.
Come il canto gregoriano, quello "bizantino" è basato su otto toni musicali, che non possono essere riproducibili utilizzando il pentagramma, se non in forma maldestra.
Il luogo della musica nella Liturgia
Nella liturgia l’elemento musicale è onnipresente. Ogni parola deve giungere all’orecchio dei fedeli, ad eccezione dell’omelia, cantata o cantillata, trasmessa con suoni precisi di una certa altezza e duratura. E' indispensabile che il modo sia tradizionale, cioè possegga un carattere fisso e perenne, tale che i fedeli lo riconoscano come parte integrante del patrimonio atavico. La musica possiede determinate caratteristiche. È una musica vocale, capace d’esprimere e di sostenere direttamente la parola assicurandone, la comprensione, l’elevazione spirituale, l’assimilazione e la memorizzazione grazie a una tecnica che è in grado di sciogliere le persone dai legami passionali e renderle ricettive dell’azione della Grazia divina.
Le cantillazioni del clero, dei lettori, dei cantori e del popolo non sono state trasmesse attraverso la scrittura, dal momento che sono state tramandate oralmente.
diffondiamo la notizia anche su facebook per allargare ad altri che potrebbero essere interessati, l'invito a partecipare!!! queste sono belle notizie d'unione!
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