StatCounter

venerdì 29 novembre 2024

Paradossi della legislazione

Sono nato in Italia, parlo italiano,

vivo in Italia, lavoro in Italia: 

ma non sono cittadino italiano

In questi giorni sui media italiani viene messo in evidenza  un paradosso: la legislazione sulla cittadinanza ammette una forma estrema di ius sanguinis  (il diritto basato sui legami di sangue), che arriva a riconoscere a chiunque nato all’altro capo del pianeta ed abbia un avo italiano, senza limiti di tempo, la cittadinanza, ma non la riconosce a chi ai nostri giorni nasce in Italia da genitori stranieri.

Chiariamo meglio: In base alla legge vigente nel nostro Paese, che risale al codice civile del 1865 e non è stata mai cambiata, una persona che ha un solo antenato italiano all’ottava generazione viene considerata «oriunda» e ha diritto a essere riconosciuta come cittadina italiana, anche se non è mai stata in Italia, non conosce la lingua del nostro Paese, non ha mai avuto nessun tipo di rapporto con la cultura del nostro Paese. La stessa legge del 1865 fa sì che ragazzi di 17 anni che sono nati in Italia, ci hanno sempre vissuto ed hanno studiato qui, si sono formati nel contesto e nel contesto culturale del nostro Paese, non siano cittadini italiani se i loro genitori sono stranieri.

Nessun commento:

Posta un commento