Come e perchè in periodo baronale
si costruiva un nuovo paese (1)
Sicuramente agli originari profughi arbereshe e ai fondatori materiali dell'abitato l'area su cui costruire il nuovo paese fu loro presentata come la più propizia ai bisogni della costruenda comunità arbereshe, sottolineando la disponibilità nella zona di più sorgenti d’acqua per le necessità abitative e per impiantare alberi, ed ancora evidenziando la bontà dell'aria, ricca di ossigeno stante la vicinanza di un bosco.
Sappiamo ai nostri giorni da più fonti storiche, e ne abbiamo fatto cenno in passato pure sul Blog, che uno dei plurimi motivi, forse il vero e fondamentale, secondo cui i Cardona hanno individuato il sito del costruendo paese di Kuntisa per gli arbereshe è stato quello di voler segnare e marcare chiaramente i confini feudali rispetto a quelli del Monastero di Santa Maria del Bosco
Quel confronto, di natura prettamente politico, all'interno del Regno di Sicilia a regime feudale deve essere durato parecchio se, per più tempo, più anni, gli arbereshe sono stati tenuti a stazionare -in situazione di precarietà e ovvio disaggio- nell'area dell'attuale contrada Scirotta, a valle di Castello Calatamauro, area di giurisdizione baronale dei Cardona.
Sappiamo anche che, rispetto ai nostri giorni, il territorio agrario dell'iniziale Contessa (o come adesso si preferisce presentarla Kuntisa) era di parecchio più esteso e sopratutto era attraversato da una regia-trazzera che oggi corrisponderebbe ad una strada a scorrimento veloce. Sappiamo ancora che nella Kuntisa delle origini e fino a poco più di un sessantennio fa vi insisteva un fondaco, la cui funzioni oltre a quella di ospitalità per i viandanti consisteva pure nell’essere punto doganale preposto a riscuotere i diritti di transito per conto e su mandato della Università (=oggi diremmo del Comune).
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