Nazionalismo alla Mazzini
Se col romanticismo è nato il "nazionalismo" che inevitabilmente va a cozzare con i "cosmopolitismo" della visione e cultura illuministica, in Italia -dove covavano sentimenti di riscatto ed indipendenza rispetto al dominio dell'Impero austro-ungarico- è dalle file del romanticismo che si prova a trovare una via intermedia fra "individualismo" romantico e cosmopolitismo umanitario "illuministico".
Il percorso ideale proposto è così sintetizzabile: ciascuno nasce non tanto "cittadino del mondo" quanto "cittadino di una patria"; patria caratterizzata da una lingua, da proprie istituzioni, tradizioni, religione, sentimenti, aspirazioni. Elementi questi ora ricordati che danno vita al concetto di "nazione".
Lo "Stato" -per i romantici- deve essere il garante di tutti gli elementi costitutivi della nazione.
Nella situazione italiana della prima metà dell'Ottocento è proprio il concetto di "nazione" che diventa "fede" patriottica e visione di un destino collettivo.
Sui presupposti sopra ricordati, è imèlicito che quella cultura "nazionalistica/romantica" costituì forza esplosiva contro gli assetti istituzionali esistenti nelle varie aree della penisola, per tutto il periodo del Risorgimento, quello che porterà all'Unità nazionale.
Mazzini fu pienamente consapevole che l'egoismo nazionalistico cozzava contro il concetto di "umanità" auspicato dall'Illuminismo. Elaborò -proprio per uscire dalla strettoia- una sua particolare via che mirava a sostituire al concetto unico di "umanità", valido per tutti i popoli ed etnie, l'espressione di "associazione delle nazioni", da lui intesa come "associazione democratica di popoli".
Con questa "visione" e convinzione, Mazzini riuscì infatti ad essere patriota e contemporaneamente precursore di un nuovo cosmopolitismo umanitario. Non per nulla fu fra i primi pensatori a scrivere e ad additare gli "Stati Uniti d'Europa".
Sostanzialmente egli perseguì il superamento dell'Impero Austro-Ungarico e dello Stato Pontificio per immaginare un posto ed un ruolo italiano nel libero consesso dei popoli.
Certo, anche in Mazzini si rinvengono ed immaginano sentimenti di primati italici della Roma post-imperiale e post-papista. Queste -d'altronde- furono le inclinazioni che caratterizzarono l'intera epoca romantica.
E' certo tuttavia che Mazzini, patriota romantico col culto della "nazione", immaginò una cultura comune europea e l'affermazione della fraternità umana universale.
Sarà nella seconda metà dell'Ottocento, che il "romanticismo/nazionalista" -nudo e crudo- prevarrà nell'alimentare l'ambizione degli Stati europei fino al punto di tradursi in "volontà di potenza" e nella completa dimenticanza del "cosmopolitismo illuminista", per arrivare -purtroppo- a sfociare (fino ai primi decenni del Novecento) in "razzismo" istituzionale e sociale.
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