Scorrettezza politica e costituzionale oppure cortesia istituzionale? Fare conoscere in anticipo al Presidente della Repubblica la lista dei ministri del prossimo eventuale (issimo) governo delle Cinque Stelle è, a mio parere, un gesto sostanzialmente propagandistico senza nessun senso istituzionale, ma anche senza nessuna violazione costituzionale. A Giovanni Sartori e, per quel che conta, anche a me, già pare costituzionalmente deprecabile che nei simboli di molti partiti compaia il nome del leader anche se è vero che alcuni partiti avrebbero vita ancora più triste e grama se non sfruttassero quel minimo di popolarità derivata che le apparizioni televisive dei leader garantiscono loro. Fu Berlusconi, non bloccato da Ciampi, a inaugurare la moda. Voleva non solo asserire con forza il suo predominio su Forza Italia e sul Popolo della Libertà, ma anche sottolineare che era lui e solo lui il candidato alla carica di Presidente (del Consiglio). Abbiamo anche visto e non stigmatizzato abbastanza le consultazioni parallele tenute dal segretario del PD Matteo Renzi nel dicembre 2016 dopo la pesante sconfitta referendario nel per individuare il suo successore. La sfilata di Padoan, Gentiloni, Delrio e Franceschini da lui convocati a Palazzo Chigi si configurò come una reale soperchieria costituzionale.
Non ha bisogno Di Maio di mettere il suo nome nel simbolo del Movimento che è molto più noto di lui e molto più attrattivo agli occhi di un elettorato insoddisfatto della politica italiana, irritato, anti-establishment che non ha nessun bisogno di sapere in anticipo né il nome del Presidente del Consiglio né i nomi dei ministri.
ENRICO LETTA, ex premier
"Sostengo Gentiloni e la coalizione di centrosinistra".
"La drammaticità della situazione - dice Letta - mi sembra che richieda questa scelta".
MATTEO RENZI, segretario pd
"Il rischio di un governo estremista c'è, non escludo nemmeno un governo tra M5s e la Lega. Ecco perchè dico voto utile". Quanto alla possibilità di un governo tra M5s e LeU, Renzi replica: "Non so se lo vogliono fare, ma sicuramente non hanno i numeri".
ENZO BIANCO, già priore di Bose
Che vergogna utilizzare il Vangelo e il Rosario per ragioni di interesse elettorale! questo è spacciare il proprio vuoto per fedeltà alla religione e ai suoi segni, in verità misconosciuti, mai rispettati e mai ubbiditi.
Non è proprio il momento di far finta di niente!
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