Quali gli impedimenti ?
Il politico si trovava a Kosovska Mitrovica per una riunione con i leader della comunità locale, quando le forze dell’ordine hanno fatto irruzione minacciando i presenti con i fucili d’assalto in dotazione.
Secondo Priština, Belgrado non aveva chiesto preventivamente il permesso per far entrare un esponente di governo nell’ex provincia. I serbi smentiscono.
L’episodio ha accresciuto la tensione (che già era alta) e rischia di rappresentare una battuta d’arresto imprevista per il programma di “riconciliazione” sostenuto dai rispettivi presidenti. Non a caso i due capi di Stato hanno preferito mantenere un basso profilo per evitare di intaccare il dialogo.
La vicenda potrebbe essere usata dalla Serbia per difendere le proprie ragioni davanti all’Unione Europea e per fare dei passi unilaterali in avanti: ad esempio, imporre la creazione della Comunità delle municipalità serbe in Kosovo.
Priština, dal canto suo, potrebbe sfruttare l’occasione per andare a elezioni anticipate o rompere definitivamente con Belgrado, magari formando il tanto agognato esercito.
Come in passato, Bruxelles non ha preso una posizione netta e si è limitata a chiedere a entrambi i contendenti di mantenere la calma. Così facendo, non solo ha di fatto legittimato l’azione kosovara, ma soprattutto ha creato forte malumore all’interno dei gruppi d’opinione serbi più favorevoli all’Europa.
(dalla Rivista di Geo-politica
Limes)
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