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venerdì 30 marzo 2018

Java e madhe. Riflessioni e letture per ... capire

La Grande e Santa Settimana

La liturgia del rito bizantino (ma anche di quello romano) nel Venerdì Santo rievoca la crocifissione e la morte di Cristo. Essa però, rispetto a quella romana, non si concentra tanto sulle sofferenze psicologiche della "passione" del Salvatore, quanto sulla contemplazione spirituale della gloria divina che si manifesta nella passione del Dio incarnato, del Dio fatto uomo. 
Immagine ripresa dal sito fb di Anna Fucarino
-la foto è di Eleonora Lala-
Un Padre della Chiesa dei primi secoli cristiani scrive: "La gloria di Cristo è la croce; proprio essa è stata il fine, determinato da lui prima dei secoli.  Egli si attribuisce a gloria anche la santa sofferenza della sua purissima ed innocente carne, giacchè quella sofferenza è mezzo e causa della salvezza universale".

Nei testi liturgici del Venerdì si tratta sia del tradimento di Giuda, sia del giudizio intentato a Gesù dai sommi sacerdoti Anna e Caifa, sia del giudizio di Pilato, sia dell'odio manifestato dal popolo che volle la sua crcifissione stessa.
Nello stesso tempo viene sottolineato:
-Cristo non morì perchè fu tradito da Giuda,
-condannato a morte da Pilato,
-non perchè la sua morte fu voluta dal popolo,
ma perchè questa era la volontà di Dio Padre. 
Se Dio Padre avesse voluto altrimenti, questa morte non ci sarebbe stata. E nessuna malvagità umana, nessun tradimento e perfidia avrebbe potuto metter a morte il Messia, venuto a salvare il mondo

I testi dicono che il Signore andò consapevolmente a morire:
-era nato per morire in croce,
-si era incarnato per offrirsi in sacrificio per gli uomini.
E fece questo passo per obbedienza al Padre celeste. Non esiste testimonianza più forte dell'amore di Dio per l'uomo, della croce su cui fu crcifisso il Dio incarnato.  

Foto di Eleonora Lala.

La funzione liturgica principale del Venerdì santo è il mattutino con la lettura dei vangeli della passione affiancati da capolavori dell'innografia cristiano-bizantina.

Filo conduttore di tutta la Liturga del Venerdì Santo è il tema della Madre di Dio sul Calvario, ai piedi della croce, tema questo che gli Evangeli trattano di sfugita. I testi liturgici invece dedicano ampio spazio a questo tema, ponendo sulle labbra della Madre di Dio commoventi monologhi al Figlio crocifisso e morente.

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