Oggi, Domenica
delle Palme (Rromollidhet),
nella Chiesa Madre di Contessa Entellina sono state benedette le
palme ed i rami d’ulivo che poi sono stati
distribuiti ai fedeli; fedeli che già da questa sera entrano nel
clima della Settimana Santa (Java emadhe) secondo l'elaborata e
antica celebrazione del rito bizantino.
La quaresima -nel rito bizantino- è terminata ieri, Sabato di Lazzaro, che precede appunto la Domenica delle Palme. Sabato in cui è stata commemorata la Resurrezione del fratello di Marta e Maria di Betania operata dal Signore: con l’ultimo e il più grande dei suoi “segni”, che vogliono indicare la sua potenza divina e con cui Gesù prepara la sua stessa Resurrezione.
Gli inni del Vespro e del Mattutino di s. Lazzaro sottolineano che, se la resurrezione dell’amico è opera della divinità di Gesù, nel Suo domandare, nel Suo piangere si manifesta tutta la sua umanità: al centro della festa non è dunque il resuscitato di Betania, ma il Signore nella sua realtà umano-divina, che strapperà con la sua morte e resurrezione all’Ade le sue prede.
Venerdì scorso si è ripetuto ed innalzato per le strade di Contessa Entellina, il tradizionale "canto di Lazzaro" ad opera di consistenti gruppi di giovani (e non) che porta per porta hanno portato l'annuncio in arbëreshë di quanto era stato operato da Gesù a Betania. Tutte le famiglie alla fine di ogni canto sull'episodio di Lazzaro aprono la porta di casa ed offrono ai giovani cantori numerose uova che nel corso della settimana verranno colorate e nella Solenne Liturgia della Domenica di Pasqua verranno quindi distribuite a ciascun fedele.
La quaresima -nel rito bizantino- è terminata ieri, Sabato di Lazzaro, che precede appunto la Domenica delle Palme. Sabato in cui è stata commemorata la Resurrezione del fratello di Marta e Maria di Betania operata dal Signore: con l’ultimo e il più grande dei suoi “segni”, che vogliono indicare la sua potenza divina e con cui Gesù prepara la sua stessa Resurrezione.
Gli inni del Vespro e del Mattutino di s. Lazzaro sottolineano che, se la resurrezione dell’amico è opera della divinità di Gesù, nel Suo domandare, nel Suo piangere si manifesta tutta la sua umanità: al centro della festa non è dunque il resuscitato di Betania, ma il Signore nella sua realtà umano-divina, che strapperà con la sua morte e resurrezione all’Ade le sue prede.
Venerdì scorso si è ripetuto ed innalzato per le strade di Contessa Entellina, il tradizionale "canto di Lazzaro" ad opera di consistenti gruppi di giovani (e non) che porta per porta hanno portato l'annuncio in arbëreshë di quanto era stato operato da Gesù a Betania. Tutte le famiglie alla fine di ogni canto sull'episodio di Lazzaro aprono la porta di casa ed offrono ai giovani cantori numerose uova che nel corso della settimana verranno colorate e nella Solenne Liturgia della Domenica di Pasqua verranno quindi distribuite a ciascun fedele.
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Così il Parroco, Papàs Nicola Cuccia presenta il calendario dei riti e la lettura dei riti della Settimana Santa nello spirito della Fede.
I primi quattro giorni della Santa e Grande Settimana sono caratterizzati dalla celebrazione dell'Ufficiatura del Nimfios (dello Sposo). Lo Sposo biblico è colui che ama fino alla fine, dona la sua vita, quando vede la sua Sposa priva dell'abito nuziale la riveste con l'abito della gioia, quando la vede persa nel deserto la ricerca e la riconduce alla gioia delle nozze.
L'icona che rappresenta lo Sposo non è descritta con i tratti della bellezza esteriore. Lo Sposo è raffigurato nei tratti del Servo sofferente: il mantello rosso, la corona di spine, la canna come scettro, le mani legate. Lo Sposo ama anche se è ridotto in questa situazione di estrema sofferenza.
L'inno caratteristico di questi giorni è il seguente: "Ecco lo Sposo viene nel mezzo della notte: beato quel servo che troverà vigilante, indegno quel servo che troverà trascurato. Bada dunque, anima mia, di non lasciarti prendere dal sonno per non essere consegnata alla morte e chiusa fuori dal regno. Ritorna dunque in te stessa e grida: Santo, santo, santo tu sei, o Dio: per l’intercessione degli incorporei, abbi pietà di noi".
Invito a rivedere la nostra vita per accogliere lo Sposo che viene.
Il vangelo che si proclama (la sera della domenica) mette in evidenza che non esiste un tempo privilegiato per iniziare questo cammino di revisione e di aumento dei frutti della bontà, perché ognuno ha ricevuto in dono la grazia di coltivare nel nome di Dio, di ricambiare con gratitudine quanto ricevuto e di non accaparrarsi, con intenzioni malvagie, quanto ha ricevuto gratuitamente, per non incorrere nella sentenza divina di condanna.
Un altro inno sottolinea sempre la necessità di rivestirsi dell'abito bello per incontrare nella sala nuziale dello Sposo.
"Vedo, o mio Salvatore, il tuo talamo adorno, e non ho la veste per entrarvi: fa’ risplendere la veste dell’anima mia, o datore di luce, e salvami".
Che questa Grande Settimana ci veda tutti impegnati nella revisione della nostra vita perché il mondo veda, attraverso i nostri frutti, l'amore del Padre a cui sempre rendiamo l'onore e la gloria con il suo Figlio unigenito e il suo santo Spirito. Amìn.
Buona Settimana
(testo ripreso dal sito fb della Chiesa Madre, a cui rinviamo i lettori, per leggere le puntualizzazioni che periodicamente Papàs Nicola pubblica).
Piggiare qui: Parrocchia Greca Contessa Entellina
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Vedremo in seguito
i riti da Venerdì a Domenica di Resurrezione.
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