L'amarezza della gente
La data sui trasferimenti dei sacerdoti eparchiali e' quella del 17 agosto ( sotto il caldo di ferragosto) ma mons. Gallaro sull'indebolimento dell'immagine bizantina dell'Eparchia, mediante l'allontanamento dalla cittadina capoluogo dell'Eparchia -Piana degli Albanesi- di tutto il "grosso" del clero greco, ci pensa da mesi, forse dall'attimo in cui ha posto piede sulla piazzetta San Nicolò, antistante il Palazzo vescovile.
Come non pensare che possieda un elenco di cosucce da fare ?
La congettura e' plausibile e la possiamo legare alle centinaia di foto che conserviamo di questo personaggio che al suo esordio fra noi vestiva con paramenti alla latina.
Molta gente deduce che -forse- il neo Vescovo ha interpretato in modo espansivo, estensivo, ciò che gli era stato suggerito in forma curiale. O meglio, egli sta portando avanti ruvidamente ciò che gli era stato suggerito come tendenza da portare avanti nel tempo.
Perchè la gente ipotizza ?
Perchè vorrebbe trovare una spiegazioni su tutto ciò di illogico che sta accadendo nella Curia riempita di sacerdoti latini e sull'allontanamento di molti (troppi) sacerdoti di rito bizantino da Piana degli Albanesi.
Perchè la gente ipotizza così tanto, al punto di allargare gli orizzonti di interferenze non solo della Congregazione Orientale ma pure della Segreteria di Stato ?
Perchè subito dopo la grande carnevalata dei paramenti latini usati ad ogni pie' sospinto all'esordio fra noi, da Roma per tirarlo fuori dagli inghippi di natura liturgico-teologici e' arrivata una letterina di cinque righe firmata da un gesuita e un domenicano che avrebbe dovuto donargli la sanatoria su quegli episodi.
Sanatoria non valida sul piano canonico e sul piano giuridico.
Nessun da Roma ha indirizzato -come sarebbe stato doveroso- una lettera disciplinare, di contestazione, e successivamente di richiamo e punizione, con obbligo di studiare diligentemente Liturgia e Diritto Canonico.
I paramenti non sono vestitini o capi di abbigliamento come i calzini.
Cosa gli resta ancora da portare avanti, si chiede la gente ?
Dal web, da Piana e dalle Calabrie, arrivano voci sulle manovre in corso nell'ambito di alcune sfere clericali per istituire una Metropolia.
La Metropolia non riguarderebbe solo gli arbëresh ma tutti i bizantini-cattolici d'Italia compresi, per esempio, gli slavi.
La cosa -allo stato attuale e alla luce dell'esperienza più recente che stiamo vivendo- non interessa per nulla gli arbëresh, ne' quelli di Sicilia ne' quelli di Calabria ne' quelli sparsi in Italia e/o nel mondo. Si vorrebbe istituire infatti la Metropolia solamente ad uso e consumo, o meglio per creare una nicchia ai burocrati disoccupati gesuiti e/o domenicani, e magari benedettini.
Cosa c'è ancora di strano ancora a cui dover assistere ?
Di solito pure gli ambienti della Segreteria di Stato hanno qualche bisognino da soddisfare quando viene nominato un Vescovo. Non la Segreteria di Stato in quanto organismo, ma burocrati, funzionari, uomini di questo mondo che ignorano, non hanno mai conosciuto la Sofia (=Sapienza).
Staremo a vedere. Basta aspettare.
La protesta popolare per intanto monta sul web per le umiliazioni inferte al rito bizantino, ai suoi papàs, alla identità comunitaria e al Popolo di Dio da parte dei "burocrati in abito talare" e taluni pensano che non tarderà a montare pure per le strade.
Un Convegno laico e popolare è intanto previsto a Piana degli Albanesi nella seconda meta' di settembre per fare il punto sull'uso della lingua greca ed albanese nella Liturgia e nelle Istituzioni pubbliche (scuola).
I trasferimenti
Nostra convinzione e' che trasferimenti ordinari o per casi particolari sono utili e a volte necessari, purche' suffragati da motivazioni condivisibili alle orecchie di chiunque, si tratti di persona istruita o meno.
Non conosciamo tutti i papàs interessati dalla decisione vescovile (sono una decina), ne' conosciamo le possibili circostanze a carico o a loro merito.
Possiamo pero' riflettere liberamente sulla linea strategica che riteniamo venga fuori dall'elenco dei trasferimenti di sede reso noto dalla Curia.
A) Sguarnire Piana degli Albanesi del clero greco, nel momento in cui nel Palazzo Vescovile c'e' un uomo che viene da Pozzallo, centro amabile per altre buone iniziative ma non per la cultura bizantina, ci fa pensare male.
Conosciamo Papas Carbone unico o quasi lasciato a Piana; egli e' impegnato nel suo lavoro civile ed in quello ecclesiastico ed e' figlio spirituale di padre Emilio.
Una cittadina come Piana affidata a lui che lavora a Palermo, al prete della cattedrale e ai sacerdoti pensionati settantenni o ultraottantenni non e' operazione da lasciare passare ridendo.
B) Traferire Papas Cuccia da Palermo dove ha costituito una comunita' vitale in soli due anni (gli altri due anni li ha trascorsi a Santa Macrina) e' pura e semplice cattiveria. Il suo curriculum e' quello di un sacerdote che ama la Chiesa e ad essa ha finora dedicata l'intera sua persona e quelle della sua famiglia.
Sarebbe cosa lodevole, finalmente, di non perseguitarlo immotivatamente come agli occhi pubblici sta apparendo ormai da parecchio tempo.
E' prete uxorato con figlia e l'ennesimo ingiustificato trasferimento gli farebbe male e farebbe male ai moltissimi fedeli e non fedeli che gli vogliono bene.
Lo si lasci dove sta perchè possiede sufficiente scienza, coscienza e fede per proseguire la serie dei grandi parroci della Martorana, iniziata con papàs Lino LoIacono, e proseguita con papàs Matteo Sciambra e papàs Vito Stassi.
Molte persone ritengono che fra i suggeritori eparchiali e romani di questa iniziativa ci sia gente priva di sensibilità umana. Quale e' infatti il senso di rimandarlo la' dove quella decina di fanatici ignoranti, non credenti cristiani eppure tuttora infilati nelle strutture parrocchiali pur ignorando l'obbligo di accoglienza del "diverso", gli hanno interdetto la celebrazione di riti religiosi secondo una pratica secolare, barrando il portone ?
C) Michelangelo Mannina perchè dovrebbe togliere potenzialità alla Comunità di padre Emilio ?
La Comunità e' costituita da gente di buon cattolicesimo romano che ha ha scelto la vita comunitaria, perchè quindi distrarla con gli impegni parrocchiali (funerali, prime comunioni, etc.) ?
La Comunità guidata da p. Emilio e' forse pervenuta alla svolta rispetto ai carismi posti alla base della sua costituzione ?
D) Su Padre Enzo Cosentino, sacerdote ben noto a chi scrive, abbiamo sempre pensato che sia sacerdote fra i più lungimiranti dell'Eparchia. Conosce il diritto canonico, conosce la legislazione sociale, e possiede capacita' organizzative mai riscontrate in altri sacerdoti dell'Eparchia e pure fuori da essa.
Il suo sostanziale allontanamento dall'Eparchia ha un significato? forse e' troppo impegnato e dinamico e fa ombra a qualcuno ?
Se esiste un significato ed un senso sarebbe bene che lo sapessero per prima i suoi parrocchiani e poi gli altri cristiani dell'Eparchia. Non si può assistere a iniziative che appaiono punitive senza che la gente, i fedeli, il corpo della Chiesa non ne conosca le motivazioni.
Egli adesso verrà sostenuto economicamente dalla diocesi di Palermo in quanto la chiesa che condurrà -in territori altri- non appartiene alla giurisdizione di Piana.
Viene fuori la convinzione che l'Eparchia può quindi permettersi il lusso di allontanare sacerdoti, di radiarli dalle sue file ?
Qualcuno ha fatto rilevare: egli e' da troppo tempo a Mezzojuso.
Ma allora la regola, se regola è, dovrebbe valere per tutti; esistono altri sacerdoti che hanno situazioni analoghe, ma non sono stati sfiorati. Quindi non è questa la regola di Gallaro.
E) I papas Piergiorgio Scalia e Marco Sirchia hanno costituito per lungo tempo la speranza dell'Eparchia. Quale e' il senso del loro allontanamento da Piana ? La candidatura di Gallaro e la sua nomina non li ha già posti, in questa fase, ... fuori gioco ?
Forse perche' loro conoscono il rito bizantino e potrebbero fare anche da "sconfitti" ... ombra a disegni alternativi ancora da introdurre ? Anche nel loro caso, ciò che appare punizione sarebbe doveroso che venisse esplicitata.
Allontanarli da Piana -resa deserta da tutti, proprio da tutti, i buoni conoscitori del rito- pare un attacco non a loro, ma al rito.
Fanno davvero ombra ?
Hanno demeritato ?
Vorremmo -come persone residenti nell'Eparchia- capire.
F) Infine sia concesso a chi scrive queste righe di intrattenersi su Papas Janni Stassi.
Ha raccolto una Parrocchia, a Contessa, che era stata violentata dallo scippo del suo Parroco, personaggio caro a tutti anche perche' nel contempo era figlio della Parrocchia.
Per Papas Janni, arrivato dopo le rinunce (disubbidienze) di altri esponenti del clero di Piana, non fu facile raccogliere i tanti perchè della parrocchia contessiota, rimasta per qualche tempo nostalgica del prima che -a distanza di anni- e' divenuto adesso passato.
Ha effettivamente attraversato molti momenti di difficoltà, magari per i consigli non appropriati offerti in buona fede da alcuni, ma alla fine e' divenuto il Parroco con la P maiuscola.
Perche' adesso punirlo, adesso che la Comunità si ritrova in lui ? trasferirlo immotivatamente, con una destinazione che generalmente viene affidata ai sacerdoti anziani, cosa vuole significare questa iniziativa ?
Oggi a Contessa egli e' stimato da tutti (tranne forse di chi lo vorrebbe a proprio uso e consumo) e svolge con impegno la funzione di guida.
Lo stimano in tanti pure per la circostanza che nel corso della Liturgia inserisce antichi canti liturgici arbëresh che negli anni sessanta intonavano papàs Janni Di Maggio e papàs Gaspare Schiro' e che poi, dopo il terremoto del 1968 col susseguirsi di nuovi sacerdoti e con l'esecuzione di ampi lavori di restauro in tutte le chiese, si erano persi, erano caduti in disuso.
G) Papas Borzi, riteniamo noi, meriterebbe di essere proficuamente impiegato in un contesto più popolato che un borgo rurale. E' stato parroco di Palazzo Adriano finora, non del borgo Castagnola.
Concludendo
Il Vescovo e' mons. Gallaro e la responsabilità di condurre l'Eparchia compete certamente a lui.
A noi, noi destinatari della sua conduzione, tocca pero' il compito di riflettere e gridare contro le eventuali ingiustizie e sulle iniziative a danno della sopravvivenza della natura bizantina di Piana degli Albanesi.
Tiriamo le somme: Piana non va sguarnita di clero bizantino e la Curia deve riacquistare i colori culturali, cultuali e liturgici che le competono. La stessa meritoria presenza della Comunita' di p. Emilio non venga considerata sostitutiva dell'opera diversa che svolge il clero greco.
Noi grideremo forte, fortissimo, sugli eventuali favoritismi che dovessero andare a chi ama l'immagine e l'apparenza a demerito di chi il sacerdote lo fa in quanto soldato della Chiesa e sa adattarsi ovunque. Non conta se saremo ascoltati o meno, grideremo sempre.
Niente premi -a nostro modo di vedere- a chi in passato ha snobbato e rifiutato la guida di Comunità in condizioni di difficoltà o a chi, disoccupato nella Roma papalina, cerca nicchie.
Questo e' il nostro punto di vista, opinabile ovviamente e suscettibile di correzione se verranno fornite spiegazioni orecchiabili sia per i dotti che per gli ignoranti, fra i quali ultimi non temiamo di essere annoverati.
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