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martedì 12 settembre 2017

Hanno detto ... ...

Il M5S incappa frequentemente (troppo 
frequentemente) in errori, omissioni e 
dimenticanze di tipo giuridico-amministrativo
Il Centro-Destra ed il Centro-Sinistra
che da venticinque anni si alternano al
governo ci regalano corruzione, ruberie, 
arricchimenti sempre più sospetti. E disoccupazione
giovanile al 40%, la più alta nei paesi OCSE.

A meno di due mesi dalle elezioni regionali in Sicilia, una tegola sul Movimento Cinque Stelle: la quinta sezione civile del tribunale di Palermo ha sospeso la validità e gli effetti delle cosiddette "regionarie" siciliane, le elezioni on line che hanno incoronato Giancarlo Cancelleri candidato del Movimento a governare la Sicilia. 
Il provvedimento cautelare emesso dal giudice sospende l'elezione di Cancelleri e rinvia la causa al 18 settembre per l'integrazione del contraddittorio nei confronti dei candidati classificatisi in posizione utile per entrare in lista. 
Il ricorso è stato presentato da Mauro Giulivi, un militante siciliano, difeso dagli avvocati Lorenzo Borrè e Riccardo Gentile. Giulivi era stato escluso per non aver firmato un documento che gli era stato sottoposto dal Movimento e dallo staff, necessario per potersi candidare.
BLOG DI BEPPE GRILLO,
“Il MoVimento 5 Stelle in Sicilia ci sarà, non c’è nessun rischio caos. Il tribunale ha semplicemente accolto il ricorso di un iscritto che vuole essere in lista e, come misura cautelare, ha sospeso le regionarie. 
Ciò non toglie che il MoVimento 5 Stelle parteciperà alle elezioni, come previsto, e lo farà seguendo le decisioni che verranno prese dal tribunale”.

LUIGI DI MAIO, deputato nazionalòe M5S
 "Più che un test nazionale, il voto del 5 novembre lo vedo come un referendum: si può votare contro chi ha usato la Sicilia come un bancomat o votare per noi". 
"E' ovvio che il voto in Sicilia sarà un segnale utile. Anche nel 2012 dopo il successo in Sicilia siamo diventati la prima forza politica a livello nazionale" alle elezioni del 2013. 


ANTONIO CALABRO', giornalista
Italia maglia nera dell'Ocse per i laureati: sono pochi, i piu' giovani hanno chance di occupazione 'relativamente scarse' e in generale guadagnano meno dei loro colleghi degli altri maggiori Paesi. Anche perche' si concentrano nelle discipline umanistiche, meno richieste sul mercato del lavoro di quelle scientifiche ed economiche. 
Nel rapporto annuale sui sistemi d'istruzione dei 35 Paesi membri, l'Ocse sottolinea la bassa propensione per gli studi universitari in Italia e ne analizza le cause. Il dato di partenza e' che nella Penisola gli adulti laureati (25-64 anni) sono solo il 18%, uno dei piu' livelli bassi dell'Ocse, pari alla meta' della media. Per i giovani adulti (25-34 anni) il divario e' piu' contenuto, ma resta significativo: in Italia il 26% ha conseguito una laurea contro il 43% Ocse. 
I bassi livelli d'istruzione terziaria in Italia - spiega lo studio - 'possono essere in parte dovuti a prospettive insufficienti di lavoro e ai bassi ritorni finanziari' (-22% rispetto alla media Ocse), ovvero a retribuzioni 'relativamente basse' per i laureati. 
Questo rende l'Italia un'anomalia nel panorama universitario Ocse, dove generalmente c'e' una relazione inversa tra la quota di laureati e il loro vantaggio retributivo. In base al rapporto l'80% dei 25-64enni con un'istruzione terziaria in Italia ha un lavoro, ma il tasso di occupazione si riduce al 64% per la fascia piu' giovane (25-34anni), il livello piu' basso dei Paesi industrializzati, dove la media e' dell'83%. Inclusi i Paesi partner, solo l'Arabia Saudita (62%) ha un tasso inferiore. Non solo: in Italia il tasso di occupazione dei giovani laureati e' superato anche da quello dei diplomati degli istituti tecnico-professionali, che e' pari al 68% e anche questo e' un fatto raro nell'Ocse. Come spiega Francesco Avvisati, l'economista dell'Organizzazione che e' tra gli autori dello stu dio, 'gli esiti occupazionali sono decisamente migliori per le lauree nei campi scientifici o economici, piu' vicini ai bisogni del mondo del lavoro. 
L'Italia ha meno laureati degli altri Paesi soprattutto in questi campi, perche' la maggior parte dei laureati sono nelle facolta' umanistiche, sia tra gli adulti sia tra i giovani'. Il 30% dei laureati italiani tra i 25-64 anni ha conseguito infatti il titolo in discipline umanistiche ed e' la percentuale piu' alta dell'Ocse, rispetto al 24% nell'ambito Stem (scienze, ingegneria e matematica) e al 22% in discipline economiche e giuridiche. 
Tra i neolaureati la quota di quanti hanno scelto le discipline umanistiche-artistiche e' ancora maggiore: il 39% contro il 23% Ocse, il 25% dell'ambito Stem (media Ocse 22%) e il 14% economico-giuridico (Ocse 23%). 
L'impatto sul lavoro per i 25-64 anni e' netto: per l'ambito Stem il tasso di occupazione e' all'82% (85% per ingegneria), per quello economico-giuridic o all'81% e per le materie umanistiche scende al 74%. Il divario e' ancora piu' ampio tra le donne, piu' spesso laureate nelle discipline umanistiche e con il quasi-monopolio delle lauree nel settore educativo.

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