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martedì 25 dicembre 2018

Natale. L'Occidente ed il pensiero millenario che ...

Su una rivista (La Lettura) capita di leggere: 
"Sempre più spesso, in Europa ccidentale, luoghi di culto vengono trasformati in bar, librerie, persino in discoteche, mentre in Russia e altrove il culto ortodosso sembra più vivo. Ma non sta morendo la fede iin quanto tale: va tramontando il rigido modello devozionale e dottrinale che si impose nel XVI secolo con la Riforma e la Controriforma. Così il rapporto con il trascendente diventa fluido mentre il cristianesimo si fa sempre più globale". 

Sempre dalla stessa rivista, su cui contiamo di dover tornare su un articolo a firma di Marco Rizzi), ritagliamo e riportiamo qui sotto un testo sui gesti nella Chiesa di tradizione bizantina, in quella russa.

Il gesto 
(ripreso da la rivista La Lettura del 16.12.2018)

Durante il segno della croce i cattolici si tccano la spalla sinistra e poi quella destra, gli ortodossi al contrario (prima la destra e poi la sinistra) e utilizzano solo tre dita della mano destra, a simbleggiare la Trinità.
Come i cattolici fanno gli armeni, i copti e gli etiopi, mentre le chiese nestoriane seguono l'uso ortodosso. Quando però benedice, il sacerdote ortodosso sposta però la mano prima alla sua sinistra  (la destra di chi riceve la benedizione) e poi alla destra, come farebbe un prete cattlico. 
Il gesto originario  era quello della benedizine (da destra, il lato "buono", a sinistra, il lato "cattivo") che si sviluppa poi diversamente: il sacerdte ed il fedele cattolico fanno il medesimo gesto come se si trovassero nella stessa posizione rispetto a Dio, mentre il sacerdote ortodosso agisce in persona Dei  di fronte al fedele, che ne riflette il gesto come in uno specchio.
(l'articolo omette di riportare che anche i cattolici 
di rito bizantino hanno la stessa usanza degli ortodossi) 

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