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domenica 2 dicembre 2018

Il punto di vista -13-

Il vivere e il morire
Chi è l'uomo ? Chi siamo noi ?
A rispondere a simili domande sono più i filosofi ed i religiosi che i comuni mortali. 
Rispondere con logica e con dovuta e sufficiente riflessione a queste domande darebbe all’individuo, alla persona, il senso per lo meno della vita.

Una prima, non unica, risposta riferisce che l'uomo non è altro che il fine che persegue, ciò che gli piace, ciò che adora.
Per il Cristianesimo l'uomo non si esaurisce nella dimensione materiale. Al di là di ogni aspetto esteriore, al di là di ogni comportamento, ... vi è nell'uomo qualcosa di eterno, di spirituale, vi è Dio stesso.
Dovremmo riflettere frequentemente su quanto tempo fa ebbe a dire p. Pietro Gullo: l'uomo è il riflesso di Dio (o forse disse:Dio è il riflesso dell'uomo ?).
Sempre per il Cristianesimo l'uomo non basta a se stesso: egli ne fa l'esperienza lungo il corso della vita, se non altro perchè sperimenta in continuazine di avere bisogno degi altri. L'uomo è sostanzialmente e sicuramente incompleto e imperfetto. E' un essere in divenire.

L'uomo di oggi è dominato da inquietudine nonostante un discreto benessere materiale. Egli teme l'invecchiamento, è ossessionato dalla paura della morte. E' centrato su se stesso e frequentemente è rinchiuso su se stesso.
Lo dicevamo sopra: l'uomo non è altro che il fine che persegue, ed egli è chiamato nel corso della vita a ... diventare pienamente umano.
Diventare umano significa non farsi guidare dall'istinto ma perseguire desideri condivisi dalla comunità in cui l'uomo vive e a cui deve subordinare il resto.
Se la relazione, la comunicazione ci distingue dagli animali, che comunque si riconoscono nel branco contro altri branchi, ciò in qualche modo conferma che l'uomo diventa, è, ciò che ascolta e vive nella propria realtà di appartenenza.

Ovviamente c'è da capire se la realtà in cui viviamo si basa sulla verità, o come scriveva Dostojeski sulla bellezza, o sul potere dei furbi, cioè sulla menzogna.  
La comunità dei furbi non può che generare altri furbi sempre via via più pericolosi. 

Fermiamoci per adesso sull'affermazione che  l'uomo non è altro che il fine che persegue. Se persegue il bene generale egli è per la verità e la bellezza, se persegue il male ai danni degli altri, dei supposti avversari, egli è un menzognero, un furfante pericoloso per la comunità. 

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