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martedì 22 maggio 2018

L'uomo e la Storia

Lutto per i grandi geni

All'inizio dl Novecento -il 27 gennai 1901- viene stroncato da un infarto, in solitudine, Giuseppe Verdi. Al tempo del governo austriaco della Lombardia  il suo cognome veniva scritto sui muri dai patrioti, ma in realtà voleva dire "W Vittorio Emanuele Re d'Italia". All'inizio della carriera Verdi non fu apprezzato dai milanesi, il Conservatorio addirittura lo aveva rifiutato.

La Scala nel 1839 accettò la sua prima opera "Oberto conte di san Bonifacio", e da allora fu un susseguirsi di successi. Successi che oggi sono patrimonio dell'umanità, da Nabuco a  I Lombardi alla prima crciata , al Rgoletto, al Trovatore, a La Traviata, all'Aida, all'Otello, a I Vespri Siciliani, alla Messa da Requiem, alla Falstaff e molte altre.

Verdi si sposò due volte e due volte rimase vedovo. Nel 1860 fu, lui riluttante, eletto deputato e nel 1875 nominato senatore del Regno.

In quell'inizio del Novecento muore ancora un altro genio, Leone Tolstoj. Aveva appena ricevuto una lettera dalla Siberia da parte di un rivoluzionario. Diceva: "Ebbene, Lev Nikolajevic, a voi che vi trovate  dinanzi alla morte debbo dire che il mondo affogherà ancora una volta nel sangue e ucciderà non solo i signori , uomini e donne, ma anche i loro figli, perchè non possano nuocere. Mi dispiace che non possiate vivere  fino a quel tempo, e vi auguro una fine felice". 
Tolstoj sentiva di essere vissuto in un tempo di transizione ed infatti la tempesta, la Russia bolscevica, non tarderà ad arrivare.

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