Visioni laiche e cristiane
La cultura laica, quella figlia dell'Illuminismo, attraverso Rousseau ci dice -fra l'altro- che l'uomo è vero uomo quando diventa vero cittadino, consapevole cioè dei suoi diritti e dei suoi doveri. Ne accennavamo un paio di giorni fa su una pagina del blog.
Pensavo che Rousseau fosse originale nella sua visione in direzione di un mondo migliore.
A richiamarmi, o meglio a farmi riflettere, è stato papàs Nicola nell'apertura dell'anno di studio sulla Liturgia bizantina, il quale tranquillamente, e comunque non rivolto verso di me, ha letto una omelia di San Giovanni Crisostomo la cui sostanza, riportata qui molto in breve e sintetica, è che l'uomo che non fa una svolta nella propria vita resta sostanzialmente allo stato animale con un'anima sporca, brutta e misera ma se si decide per la svolta può trasformarla in bella, ricca e splendida.
L'uomo nuovo può sempre prendere il posto dell'uomo vecchio.
Chissà !
Il messaggio può essere letto come se nella Storia dell'uomo le cose sicuramente buone ri-affermate dall'Illuminismo settecentesco erano state già dette più di un millennio prima, in un contesto molto diverso.
L'Occidente gira e rigira non ha trovato ancora nulla di meglio rispetto al messaggio cristiano.
Ovviamente -va ricordato qui- l'Illuminismo ha preso molte posizioni avverse su quello che la Chiesa di Roma era nel settecento. Ma questa è un'altra storia. Qui diciamo, solamente, che l'Illuminismo nei paesi dell'Europa orientale (con religiosità bizantina) non assunse posizioni avverse al Cristianesimo, ma anzi lì si sono verificarono le condizioni che si estrinsecarono nella Filocalia.
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