La fiera molti decenni fa era molto attesa nei paesi dell'entroterra siciliano perché faceva parte di una festa più grande religiosa, ed era era occasione nella società ancora contadina per acquistare un nuovo aratro, una nuova scala da utilizzare nell'uliveto, un mulo giovane da impiegare nella imminente aratura del terreno etc.
Si era nella società contadina e l'agricoltura era la fonte quasi esclusiva di sopravvivenza per il 90% della popolazione locale.
Contadini alla volta della fiera che si svolge nei paesi limitrofi. Anni cinquanta del Novecento |
L'occasione fieristica richiamava molti visitatori e acquirenti da tante località vicine e lontane. Nei ricordi di chi scrive i contessioti, a dorso di mulo, arrivavano e partecipavano alle fiere di Camporeale, Santa Margherita Belice, negli altri paesi del Belice, ed ovviamente Bisacquino, Chiusa, Giuliana e Corleone e pure fino a Prizzi. Di contro i contadini di quei paesi partecipavano, sempre a dorso di mulo, alle due fiere contessiote. Più frequentata era quella dell'8 maggio perchè cadeva all'inizio della stagione della mietitura e per i braccianti serviva dotarsi delle, sia pure elementari, attrezzature stagionali (falce, cappello di paglia per ripararsi dalla calura etc.).
Protagonisti delle fiere contadine erano i sensali, soprattutto per far incontrare domanda/offerta sui capi di bestiame. Ma di questo ne abbiamo trattato in pagine di anni passati.
Casa contadina: anni cinquanta |
Provare mostra entusiasmo e volontà, ma purtroppo (o necessariamente) il mondo degli affari dei nostri giorni è ormai lontano da noi, terra dell'entroterra la nostra che non offre volumi di scambio tali per soddisfare i mercati voraci del neo-capitalismo entro cui viviamo.
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