Pasta, pastina, riso, biscotti, marmellata, latte, olio di semi, pelati,
legumi, grana, formaggio: sono i prodotti che in pacchi o alle mense o
direttamente a casa vengono distribuiti ai poveri italiani.
Il ministro per le Politiche agricole Mario Catania è responsabile del
“dare da mangiare agli affamati” nel nostro paese. E di gente che ha bisogno di
cibo in Italia non ne manga. Il cibo è distribuito attraverso sette
associazioni caritatevoli dall'Agea, l'Agenzia per le erogazioni, utilizzando i
circa 100
milioni messi a disposizione dall'Unione europea: così nel 2012 sono stati
acquistati 125 milioni di prodotti alimentari destinati a circa 3milioni e
700mila poveri. Una cifra enorme che diventa drammatica se la rapportiamo
all'Italia meridionale dove negli ultimi due anni la povertà è cresciuta del
45%.
Sono 600mila i poveri di Sicilia con un'incidenza sulla popolazione
residente dell'11,9%. Il 12 per cento di questi sono bambini. In Italia sono
invece 3.686.942, e sono cresciuti in due anni del 33 per cento.
Gli indigenti di Sicilia sono, quindi, 601.462. Di questi, 71.239 sono
bambini con meno di 5 anni, mentre 87.554 sono anziani con oltre 65 anni. I
dati si riferiscono a quanti chiedono aiuto alle strutture Agea. E si tratta di
una richiesta di aiuto continua e costante, cui devono far fronte le 1867
strutture caritative e benefiche operanti sul territorio siciliano. Sono dati
indicativi della situazione globale italiana.
L'Unione Europea dal 2014 ha deciso di tagliare il fondo destinato al
sostegno degli indigenti.
La denuncia — fatta durante la conferenza stampa da Francesco Marsico in
rappresentanza delle associazioni riconosciute da Agea, cioè
-Caritas,
-Sant'Egidio,
-Croce rossa,
- Banco alimentare,
- Banco opere di carità,
-Sempre insieme per la pace,
-Banco alimentare.
Come si evince da tutti gli indicatori, la crisi che si è abattuta
nell’eurozona sarà ancora lunga e purtroppo il numero dei meno abbienti è
destinato a salire. In particolare a soffrire di più sono le fasce dei bambini
tra 0 e 5 anni e quella degli over 65.
Secondo
il ministro dell’Agricoltura senza le misure adottate dal governo, «la stretta
sociale sarebbe stata più pesante e più lunga». Ma nonostante tutto ciò si
continua a sprecare cibo: almeno un milione di tonnellate di derrate alimentari,
che non entrano nel ciclo per cattivo imballaggio o disguidi della grande
distribuzione, potrebbe essere utilizzato per sostenere la povertà: una
contraddizione troppo grave cui mettere mano. Infine da segnalare che per
fornirsi di cibo l'Agea (esempio virtuoso: solo tre dipendenti dell'Agenzia
sono preposti a questo lavoro) ha utilizzato 16 bandi comunitari.
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