Idrisi (Ceuta 1099- 1164) fu un viaggiatore arabo che trascorse parte della sua vita presso la corte normanna di Palermo. In quel periodo egli ebbe l’incarico di redigere un compendio del mondo conosciuto e scriverà, a tal uopo, il famoso libro di geografia, Liber ad eorum delectationem qui terras peregrare studeant (Il sollazzo per chi si diletta di girare il mondo, Kitāb nuzhat al-mushtāq fī ikhtirāq al-āfāq), chiamato il libro di Ruggero (Kitāb Rugiār o Kitāb Rugiārī), finito verso il 1154. L’opera, che è un'eccezionale testimonianza della cultura geografica del XII secolo, mostra come le conoscenze geografiche d'Idrīsī rispecchino quell’epoca e riepiloghi le informazioni che era possibile raccogliere nel corso dei viaggi attraverso il Mediterraneo al sorgere del secondo millennio; essa riporta inoltre i resoconti di viaggiatori siciliani che si muovevano da un luogo all'altro dell'isola.
L’opera recentemente è stata ripubblicata da Flaccovio Editore.
Buona parte del lavoro di Idrisi riguarda, come detto, il territorio siciliano anche in riconoscenza dell'impegnativo incarico ricevuto da Re Ruggero II. La Sicilia visitata da Idrisi era una terra dove la maggioranza della popolazione era araba-berbera, seguita per consistenza dalla popolazione indigena greco-bizantina e in terza posizione da una minoranza di latino-normanni.
L’opera recentemente è stata ripubblicata da Flaccovio Editore.
Buona parte del lavoro di Idrisi riguarda, come detto, il territorio siciliano anche in riconoscenza dell'impegnativo incarico ricevuto da Re Ruggero II. La Sicilia visitata da Idrisi era una terra dove la maggioranza della popolazione era araba-berbera, seguita per consistenza dalla popolazione indigena greco-bizantina e in terza posizione da una minoranza di latino-normanni.
Dall’opera di Idrisi estrapoliamo la parte che riguarda l’interno dell’isola per tentare di conoscere la realtà socio-topografica esistente a metà del 1100. Ovviamente non vi è traccia di Contessa, il cui odierno territorio ricadeva nei due distretti di Battalari e Calatamauro.
Il Contessioto
Il Contessioto
Corleone, castello ben munito e fortilizio solidamente edificato ed eccelso, possiede sterminati terreni da semina. La località, bagnata dal fiume omonimo, dista da Raia otto miglia arabe, da Giato cinque e da Prizzi –verso levante- dieci.
Prizzi, un castello posto in ottima posizione e ben fortificato, ha un borgo popolato, acque correnti e sorgive, vaste distese di terre da semina e prodotti molto lucrativi. Vi sono dodici miglia all’incirca da Prizzi a Castronovo e venti da questa località a Corleone.
Castronovo ha bei dintorni e cospicui sono gli utili che si traggono dalle sue coltivazioni, dalle derrate e dall’abbondanza delle acque. Questa località dista circa dieci miglia verso ponente da Raia, che si trova ad eguale distanza da Prizzi ed a otto miglia da Corleone. Prizzi è situato a settentrione, Castronovo a levante, Corleone a ponente e Raia a meridione.
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Da Corleone a Battalari, verso sud, vi sono quattro miglia franche.
Battalari, castello di antica costruzione bello ed inaccessibile, ha intorno una corona di monti e vi abbondano le acque. Da Battalari a Caltabellotta … vi sono dieci miglia e quattro miglia franche –ossia dodici miglia- da Caltabellotta a Sciacca.
Diciotto miglia corrono da Calatrasi a Rhl al Mar’ah (?) che è località bene popolata, ricca di terre da semina e con abbondante produzione di latte e burro. Da qui per Partinico vi è una giornata leggera –corrispondente a diciotto miglia- e per salemi, verso ponente sulla via di Mazara, nove miglia arabe.
Salemi è un casale molto vasto e popolato cui sovrasta un fortilizio sistemato in eccelsa posizione. In questa località un vero tripudio di alberi e giardini, le acque sorgive sono copiose e diffuso per ogni dove il benessere. Sette miglia franche corrono da Salemi a Mazara …
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Ritornando ancora indietro diciamo che da Mazara al Castello di Ibn Mankùd vi sono quindici miglia verso nord-est; da questo Castello a Bilici quattro miglia fra oriente e settentrione; da Bilici a Manzil Sindi (?) –in direzione nord-est- quindici miglia; da qui al Castello di Ibn Mankùd sei miglia; da Manzil Sindi nove miglia fra occidente e settentrione per il Rahl al-Armal (?) ed altrettante per Calatamauro; da Calatamauro a Battalari sei miglia in direzione est.
Il castello di Ibn Mankùd, casale ampio con un circondario molto esteso, è dovizioso di giardini e di terre coltivabili ed una rocca che lo protegge.
Anche Bilici è castello ben robusto e fortilizio eccelso e munito; i monti lo circondano da ogni parte e la rocca è resa ancor più agguerrita dai suoi difensori. Le terre tutte intorno sono alberate ma pochi i campi coltivabili.
Nei pressi di questo Castello scorre il Bilici la cui sorgente si trova a nord di Corleone, nei monti che cingono questa località dal settore settentrionale. Il fiume, che passa dapprima ad est dui Corleone, deviando verso occidente supera ad ovest il Manzil Sindi quindi, attraverso i monti che sorgono a meridione, giunge ad est di Bilici finchè, procedendo oltre verso sud, si versa in mare nei pressi di Selinunte. Il corso di questo fiume dalla sorgente alla foce è di cinquanta miglia: cinque miglia corrono fra lo sbocco del Bilici e quello del fiume Salmùn (?) che scaturisce da una montagna poco alta e dista da Sciacca dodici miglia. Da Sciacca a Platano vi sono diciassette miglia.
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Prizzi, un castello posto in ottima posizione e ben fortificato, ha un borgo popolato, acque correnti e sorgive, vaste distese di terre da semina e prodotti molto lucrativi. Vi sono dodici miglia all’incirca da Prizzi a Castronovo e venti da questa località a Corleone.
Castronovo ha bei dintorni e cospicui sono gli utili che si traggono dalle sue coltivazioni, dalle derrate e dall’abbondanza delle acque. Questa località dista circa dieci miglia verso ponente da Raia, che si trova ad eguale distanza da Prizzi ed a otto miglia da Corleone. Prizzi è situato a settentrione, Castronovo a levante, Corleone a ponente e Raia a meridione.
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Da Corleone a Battalari, verso sud, vi sono quattro miglia franche.
Battalari, castello di antica costruzione bello ed inaccessibile, ha intorno una corona di monti e vi abbondano le acque. Da Battalari a Caltabellotta … vi sono dieci miglia e quattro miglia franche –ossia dodici miglia- da Caltabellotta a Sciacca.
Diciotto miglia corrono da Calatrasi a Rhl al Mar’ah (?) che è località bene popolata, ricca di terre da semina e con abbondante produzione di latte e burro. Da qui per Partinico vi è una giornata leggera –corrispondente a diciotto miglia- e per salemi, verso ponente sulla via di Mazara, nove miglia arabe.
Salemi è un casale molto vasto e popolato cui sovrasta un fortilizio sistemato in eccelsa posizione. In questa località un vero tripudio di alberi e giardini, le acque sorgive sono copiose e diffuso per ogni dove il benessere. Sette miglia franche corrono da Salemi a Mazara …
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Ritornando ancora indietro diciamo che da Mazara al Castello di Ibn Mankùd vi sono quindici miglia verso nord-est; da questo Castello a Bilici quattro miglia fra oriente e settentrione; da Bilici a Manzil Sindi (?) –in direzione nord-est- quindici miglia; da qui al Castello di Ibn Mankùd sei miglia; da Manzil Sindi nove miglia fra occidente e settentrione per il Rahl al-Armal (?) ed altrettante per Calatamauro; da Calatamauro a Battalari sei miglia in direzione est.
Il castello di Ibn Mankùd, casale ampio con un circondario molto esteso, è dovizioso di giardini e di terre coltivabili ed una rocca che lo protegge.
Anche Bilici è castello ben robusto e fortilizio eccelso e munito; i monti lo circondano da ogni parte e la rocca è resa ancor più agguerrita dai suoi difensori. Le terre tutte intorno sono alberate ma pochi i campi coltivabili.
Nei pressi di questo Castello scorre il Bilici la cui sorgente si trova a nord di Corleone, nei monti che cingono questa località dal settore settentrionale. Il fiume, che passa dapprima ad est dui Corleone, deviando verso occidente supera ad ovest il Manzil Sindi quindi, attraverso i monti che sorgono a meridione, giunge ad est di Bilici finchè, procedendo oltre verso sud, si versa in mare nei pressi di Selinunte. Il corso di questo fiume dalla sorgente alla foce è di cinquanta miglia: cinque miglia corrono fra lo sbocco del Bilici e quello del fiume Salmùn (?) che scaturisce da una montagna poco alta e dista da Sciacca dodici miglia. Da Sciacca a Platano vi sono diciassette miglia.
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