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lunedì 18 marzo 2019

La Cina è vicina. Da alleati fin troppo fedeli dell'Occidente a porto aperto del dispotismo orientale

La "Cina è vicina"

Marco Bellocchio è un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e docente; nel 1967 ha diretto il suo secondo lungometraggio (dopo I pugni in tasca), il cui titolo riprende quello del libro omonimo di Enrico Emanuelli scritto nel 1957: "La Cina è vicina".
Oggi, grazie al governo populista di Roma che sgambetta amichevolmente assieme ai paesi più irrispettose dei "diritti umani", dalla Russia di Putin, all'Ungheria di Orban, fino alle peggiori dittature del pianeta, la Cina non è più solamente vicina è addirittura in casa nostra. 

E' già in casa nostra con la sua massiccia esportazione di merci nel nostro paese e lo fa, senza tanti complimenti, fino al punto di usare marchi italiani contraffatti.

Se, e a quanto pare così sarà, verrà firmato fra il premier Conte e il "capo assoluto" della Cina Xi Jinping un memorandum di intesa i cui benefici -teorici- che per l'Italia dovrebbero consistere nella possibiltà di immettere nostri prodotti nei grandi mercati asiatici, al prezzo dell'altrettante grande gelo che instaureremo col resto dell'Occidente, ci sarà da ripensare il collocamento internazionale del paese. E questo spiega la grande attività diplomatica di questi giorni dell'Ambasciata Usa, che purtroppo sta trovando in parte (solo in parte) sponda nella Lega e contrarietà di intrusione nel M5S.

Esistono quindi controindicazioni per chi è collocato nelle alleanze occidentali ? 
Certo, e sono tante, anzi tantissime: l'Italia sta rischiando l'isolamento dell'intero Occidente, in primis degli Usa, in quanto la Cina non è solamente una potenza commerciale con cui fare accordi economici, essa è una grandissima, forse la prima potenza geo-politica (=militare) del mondo, ed è governata da un regime dispotico che non ammette nè critiche, nè opposizioni interne e la "democrazia" vi è compleamente sconosciuta.

Cosa gli Usa, l'Europa e la Nato, contrastano nel piano del nostro governo populista ?
Essi nella cessione, nella fruizione sostanzialmente in esclusiva, dei due porti più importanti del Paese (Genova e Trieste) vedono una sorta di "cavallo di Troia", la base  operativa di penetrazione non solo in Italia ma in tutta l'Europa Occidentale della potenza cinese. 
Questa ambizione cinese è esplicitamente dichiarata nella "palingenesi" del regime autoritario che, nei suoi piani e prospettive descrive, l'Occidente, e gli Usa in particolare, come un mondo ormai corrotto ed in veloce decadimento. Entro il 2030 la Cina ritiene di poter restare l'unica grande potenza del pianeta che potrà dettare i suoi modelli di vita e di perseguimento del futuro. 
Di questo i cinesi, con i suoi miliardi di popolazione sono fermamente convinti. 
Trieste e Genova sono -sulla base di queste considerazioni-  viste, dagli americani e dal resto dell'Europa, come punto di attracco e di penetrazione; ad alimentare queste sensazioni c'è, ancora, la circostanza che il memorandum non solo non è ancora stato comunicato agli alleati dell'Italia, ma nemmeno al Parlamento italiano.

Gli osservatori delle cose del mondo sono convinti che il "passo solitario"  che l'Italia sta conducendo a "grande vantaggio strategico" in favore della Cina, prima o dopo, lo dovrà pagare e -purtroppo- a caro prezzo da parte degli Usa e degli altri partners occidentali.  
Ed in effetti non si può favorire un gigante che aspira ad imporre la sua egemonia non solo in Asia ed in Africa (come già avviene) ma anche in Europa, il principale alleato degli Usa, senza doverne pagare il prezzo.  

Pecisiamo che non nella loro integralità la gestione dei porti di Genova e Trieste passerà ai cinesi, ma nella gran parte delle competenze.

Perchè i grandi timore -e la diffidenza- degli alleati storici degli italiani ?
Oggi -chiunque può averne consapevolezza- i mezzi di comunicazione e collegamento non sono più le autostrade bensi le "telecomunicazioni". Strategicamente con esse si ha la visione ed il controllo del pianeta e se queste possibilità le controllerà, nel cuore del Mediterraneo, una potenza terza la cui dichiarata intenzione è di imporre la sua egemonia (autoritaria e avversa ai diritti dell'uomo)  entro il 2030, in quanto gigante esclusivo del pianeta, si capiscono le perplessità generalizzate di questi giorni.

Reti di comunicazioni e G5 -secondo i timori dell'Occidente-  sono le armi con cui la potenza cinese riuscirà a controllare la gran parte del pianeta; e oggi gli americani sono consapevoli di essere rimasti indietro su questo terreno rispetto alla Cina.

Allora ?
Secondo Lucio Caracciolo, grande esperto di strategia politica da cui abbiamo estrapolato molti punti di vista qui riportati, il governo italiano in questa faccenda, parecchio più grande di esso, si sta comportando in maniera confusionale e, aggiungiamo noi, da incompetente. 

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