Il movimento culturale del "romanticismo" sorge e si contrappone alla fine del Settecento all'Illuminismo. Proprio questo, nell'intento di liberare l'uomo dall'ignoranza e dall'oscurantismo dell'epoca, aveva esaltato al massimo grado il razionalismo, l'uso della ragione e, ovviamente, la scienza a tutto svantaggio dell'immaginazione poetica ed artistica.
Nel contrastare l'approccio culturale dell'Illuminismo, il Romanticismo avverso' lo schematismo per esaltare la spontaneita' e l'originalita' della creazione individuale, la libera fantasia e soprattutto il sentimento.
Sul terreno politico, il romanticismo prese posizione a favore dell'identita', della tradizione e del patrimonio spirituale delle singole comunita' e dei popoli. Significativo e' infatti quanto accadde in Italia lungo i primi decenni dell'Ottocento, dove il Risorgimento coincise appunto col periodo e gli ideali del romanticismo.
E' certo che ancora oggi nel nostro vivere sociale possiamo individuare e leggere segni e simboli lasciatici dal Romanticismo. Va comunque detto subito che esso sin dall'Ottocento era apparso come un movimento controcorrente; era gia' allora, infatti, sorta l'era dell'industrializzazione (con tutto cio' che essa comportava e di cui tratteremo in una prossima occasione) ed esso si posiziono' decisamente contro i valori dell'efficienza, della funzionalita' e conseguentemente del progresso.
E' spontaneo a questo punto chiedersi come mai cio' e' potuto accadere ed abbia potuto coinvolgere menti di primo piano dell'epoca che ancora oggi noi -comunque- apprezziamo per il loro ingegno e per le grandi opere letterarie che ci hanno lasciato.
Loro fine -indiscutibilmente- era di allontanare la cultura e la societa' il piu' possibile dall'epopea illuminista che da un paio di secoli aveva individuato nella "ragione" e nella "scienza" le chiavi di volta per la crescita dell'uomo.
I romantici ebbero la pretesa di dover e di poter demolire la visione sistemica ed ottimistica della storia per rifiutare gli schemi del razionalismo matematico e del conseguente formalismo che ne conseguiva.
Cosa esaltarono di contro ?
-l'immaginazione,
-il sentimento (dell'amore),
-la spontaneita',
-la creativita' (dell'arte),
-le pulsioni originarie ed istintive.
Sbaglieremmo comunque se asserissimo che il Romanticismo si sia posizionato in antitesi aperta alla "ragione". Esso in un certo senso provo' ad allargare l'applicazione di essa (della ragione) ai campi non scientifici e piu' precipuamente a quelle che oggi sono le "scienze umane". Gli illuministi avevano infatti ritenuto di non dover indagare le scienze umane e si erano soprattutto dedicati a capire e a rilevare nonche' rappresentare le certezze oggettive delle scienze naturali.
Gli illuministi avevano sostanzialmente individuato la meta da perseguire nel "progresso" mentre i "romantici" si affrettarono a riattualizzare la tradizione e l'eredita' culturale di ciascun popolo.
Oggi -col linguaggio politichese dei nostri giorni- ci verrebbe da dire che essi respinsero in toto le grandi aperture del secolo precedente, segnato dall'Illuminismo e dal desiderio di progresso, per ripiegarsi sul "sovranismo" e sulle nostalgie delle singole patrie. Il loro influsso riusci' comunque a perneare l'intero Ottocento sotto piu' aspetti del vivere: dall'etica umana, all'arte, aella letteratura, alla filosofia, alla religione.
Se l'Illuminismo in nome della ragione aveva negato il dramma e il mistero nel vivere, il Romanticismo rifiuto' subito una simile concezione e qualsiasi altra disciplina rigida come pure lo scetticismo sentimentale e quello spirituale. L'eroismo ed il romanzesco assunsero invece a grandezze e aspirazioni da perseguire.
Sorto come reazione alla mentalita' razionalistica del Settecento, il Romanticismo nell'aspirare ad un mondo nuovo, ideale, paradisiaco seppure non descrivibile e non definito, rivendico' l'esaltazione dell'Io ed il rapporto con la natura nonche' con quello che ridivento' il meraviglioso Medio Evo cristiano.
Chi furono i grandi del Romanticismo?
Precursori: Rosseau, Goethe, Shiller.
Poi Byron, Madame de Staele, Hugo, e moltissimi altri.
In Italia i grandi furono: Foscolo, Manzoni, Leopardi, Pellico e tantissimi altri.
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