RIFLESSIONE POLITICA/ECONOMICA
Molti cittadini, democratici e che credono nello Stato di diritto, si chiedono oggi come sia stato possibile che un paese come l'Italia possa essere finito nelle mani di un Di Maio, di un Salvini e di altri ancora meno vedenti di loro per il lungo termine delle cose pubbliche.
Lasciando da parte le considerazioni sui pessimi governi a guida pd, che perlomeno non arrivarono mai a mettere in dubbio le conquiste della scienza, nè ebbero mai dubbi se schierarsi con i dittatori alla Maduro o con un Venezuela che rientrasse nella famiglia dei paesi democratici, una riflessione che muove da lontano la vogliamo oggi introdurre, riservandoci nei prossimi giorni di aggiustare l'obiettivo alle circostanze più vicine a noi, fino ad arrivare alla cronaca politica di queste ore.
Da un mondo che mirava alla globalizzazione politico/economica
alla corsa indietro verso una politica sovranista e nazionalista
Fino al 1989 (prima del crollo del muro di Berlino) eiisteva nel mondo un rigido equilibrio bipolare, da una parte i paesi a democrazia liberale, con dentro più di qualche dittatore, e dall'altra parte tutti i paesi autoritare ad economia collettivista, con dentro gran parte dei dittatori dei così detti paesi del terzo mondo. Quella rigida separazione del pianeta aveva lmitato, se non eliminato, la sovranità nazionale di quasi tutti paesi del mondo. Le relazioni internazinali erano molto semplificate: ogni problema interno o esterno a ciascun paese diventava una questione la cui soluzione competeva a una delle due superpotenze, da un lato gli Usa e dall'altra l'Urss.
Col crollo del muro di Berlino e la fine della guerra fredda è enormemente cresciuto il numero dei paesi che intendono evidenziare il loro attivismo (interno ed esterno alle proprie frontiere) sulla scacchiera del mondo. E' venuto meno l'equilibrio bipolare e adesso navighiamo nella frammentazione della politica e nei localismi degli interessi particolare di ciascun paese ...
Col crollo del muro di Berlino e la fine della guerra fredda è enormemente cresciuto il numero dei paesi che intendono evidenziare il loro attivismo (interno ed esterno alle proprie frontiere) sulla scacchiera del mondo. E' venuto meno l'equilibrio bipolare e adesso navighiamo nella frammentazione della politica e nei localismi degli interessi particolare di ciascun paese ...
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