Ma almeno nel
nostro continente, e qui da noi in modo particolare, tutto l’universo storico
in cui questa politica delle democrazie - grigia e costosa, ma per molto tempo
efficace - è stata iscritta, scricchiola.
Il
mito della continua crescita economica non è più che un mito; il lavoro sta
cessando di avere un valore coesivo tra individui e strati sociali: aumenta
sempre più il divario tra chi ha e chi non ha, così come la differenza tra i
destini dei singoli o tra ciò che significa vivere in un luogo o in un altro,
mentre la secolarizzazione aggredisce alla radice l’intero mondo valoriale e
simbolico dei tradizionali rapporti tra gli individui (dalla parentela alla
genitorialità). In tutta Europa, insomma, si profila una crisi profonda dai
contorni ancora imprecisi ma di sicuro inquietanti. Improvvisamente la
democrazia si è trovata davanti un ospite inatteso: la povertà in crescita.
Mentre masse sempre più ampie appaiono ideologicamente allo sbando, mentre si afferma
dovunque e ad ogni occasione un rabbioso sentimento di rivolta contro le élites
.
LUCREZIA REICHILIN, giornalista
La vera notizia non è che l’Italia sia l’unico grande Paese
dell’eurozona ancora in recessione, ma che tutte le economie dell’Unione
stentino a decollare e, in particolare, che la Germania abbia crescita piatta.
La differenza tra il +0,07 tedesco e il -0,09 italiano è marginale, quella tra
il numero tedesco e il +0,9 degli Stati Uniti, nello stesso trimestre, è molto
più significativa. La zona euro si conferma in stagnazione mentre gli Stati
Uniti mostrano da tempo una robusta ripresa. I dati recenti non fanno che
confermarlo.
VITTORIO ZUCCONI, giornalista
Affluenza in Emila Romagna e Calabria vicine a quelle delle politiche
americane (36%). Stiamo diventando una vera democrazia..
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