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venerdì 12 agosto 2011

Tremonti sta preparando l'amara ricetta per gli italiani. Lombardo ed i 90 ... di Sala d'Ercole intanto si godono le ferie

Sta per avvicinarsi l’ora della resa dei conti, il bing bang è prossimo e ad esso (si dice) stia lavorando il dimezzato (in autorità e credibilità) Giulio Tremonti.
-Il nostro Governo regionale, a maggioranza di falsi progressisti pd e di accertati sicilianisti dell’arretratezza,
-L’Assemblea regionale, a prevalenza composta da pigri e uomini (28) che hanno problemi con la giustizia, 
-I burocrati (2.000 dirigenti regionali che non cavano un ragno dal buco,
-I sindaci, seppure anagraficamente giovani che hanno imparato dai politicanti regionali le vie del clientelismo,
dopo aver scialacquato le risorse pubbliche, appunto, in clientelismo, sacre della stupidità umana (illuminante quella di Sergio Parrino sul grano) e ora rischiano di dover pagare le conseguenze.
Hanno dilapidato senza pudore le risorse dei siciliani, allargando continuamente la borsa della spesa, alimentando i privilegi, nutrendo i parassiti senza alcuna vergogna.
E’ arrivato il momento di vergognarsi sul serio e di invertire a "U" il percorso scellerato.
Lombardo, il governatore del pantano siciliano, deve ancora capire le linee che Tremonti ieri ha comunicato alla commissione Bicamerale riunita in via straordinaria per avere informazioni.
Immaginiamo che il Governo nazionale approverà un decreto legge, col consenso del Capo dello Stato, per anticipare di un anno tutti i provvedimenti già approvati e per racimolare altri 25-30 miliardi, In questo caso in Sicilia bisogna adottare provvedimenti immediati per tagliare 3 miliardi di spesa corrente, attualmente del tutto inutile e perniciosa.
Sarà indispensabile che in questa terribile emergenza il ceto politico siciliano abbia il massimo senso di responsabilità, fugga dai soliti giochi e giochini e  liberi le risorse per gli investimenti indispensabili alla crescita ed al lavoro.
Secondo gli osservatori di cose economico finanziarie, il cui pensiero è da tutti fruibili sui giornali e sulle riviste, per racimolare quei tre miliardi in Sicilia serve:
Primo: abolire l’Aran siciliana, e allineare il contratto dei regionali a quello dei dipendenti statali e degli Enti locali.
Secondo: tagliare la spesa per i farmaci adeguandola a quella della media nazionale, con un risparmio di 400 milioni; riorganizzare i presidi ospedalieri coordinandoli con le aziende ospedaliere, con un risparmio di oltre 400 milioni.
Terzo: tagliare le pensioni dei dipendenti regionali, portandole a livello di quelle dei dipendenti statali e degli Enti locali; eliminare la gestione diretta delle pensioni affidandola all’Inpdap.
Quarto: abolire la legge 44/1965, allineando i costi dell’Assemblea regionale a quelli del Consiglio regionale della Lombardia, con un risparmio di 100 milioni.
Quinto: trasformare le Province in Consorzi di Comuni, secondo l’art. 15 dello Statuto, con un risparmio di 600 milioni.
Sesto: recepimento della legge 122/2010, che l’assessore Chinnici (con finta e stupida custodia dell’Autonomia Siciliana) ha avuto cura di cristallizzare con la sua circolare n. 1/2011, relativa al taglio delle indennità a sindaci, assessori, consiglieri comunali e circoscrizionali.
Settimo: non rubare, sarà eccessivo inserire questa raccomandazione in uno schema di azione politica, ma non tanto alla luce dei tanti Vitrano che ci sono in giro e all’interno del circuito regionale. Istituire, a questo fine, i Nuclei investigativi affari interni (Niai) per scoprire la corruzione che si annida nella Pubblica Amministrazione regionale, forse ancora più ingorda dei politicanti; istituire le Autorità di valutazione per scoprire le inefficienze di cui sono responsabili i dirigenti generali e i loro sottoposti, i circa 2000 dirigenti di aree e servizi.
I tagli che si dovrebbero fare, nell’apparato regionale, dovrebbero ammontare a circa 3,6 miliardi.
Con le risorse così liberate, si potrebbero fare funzionare i quattro centri di spesa europei incapaci di funzionare e spendere, per immettere immediatamente sul mercato siciliano alcuni miliardi di euro (la cui prospettiva attuale è quella di tornare a Bruxelles perché la Regione non ha i soldi per il co-finanziamento) e creare, sempre immediatamente, circa 20 mila posti di lavoro.
E’ probabile che i 90 “Lombardo” di Sala d’Ercole non facciano nulla di tutto quanto descritto. Non sarà -in tal caso- solo colpa loro. I siciliani probabilmente non sono migliori dei loro rappresentanti, purtroppo. Il clientelismo non piace solamente a chi lo fa, ma anche a chi lo riceve.

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