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La Sicilia 27 gennaio 2003
Contessa Entellina
No confessione, no comunione
Il parroco della Chiesa di Maria SS. della Favara ha riposto le ostie nel tabernacolo. Attoniti i feleli in fila per l’Eucarestia
Ieri Don Mario, giovane parroco della chiesa latina di Maria SS. della Favara, l’ha combinata davvero grossa. Con la chiesa strapiena per la messa domenicale nel momento più solenne della celebrazione decine di fedeli facevano la fila in attesa della comunione, lui serafico ha conservato il calice con le ostie consacrate nel tabernacolo ed ha annunciato semplicemente che quel giorno la comunione non l’avrebbe data a nessuno ed i fedeli sbigottiti sono rimasti per un lungo momento immobili, senza parole.
Poi, piano piano, sono tornati a sedere, scambiandosi lunghi sguardi. Ma a svelare il mistero ci ha pensato lo stesso sacerdote, “Vi sarete stupiti perché oggi mi sono rifiutato di dare la comunione. Vorrete sapere il perché ed io ve lo dico subito: nessuno di voi si è confessato. Qualcuno mi ha detto che lo fa fuori, con altri sacerdoti. Ma come certificati di battesimo, di cresima, di matrimonio li fate qui da me, lo stesso vale per la confessione. Fin quando non vi confesserete con me, io non darò più la comunione a nessuno”.
Una posizione intransigente dalla quale il giovane sacerdote originario di Cianciata, in provincia di Agrigento, pare non sia intenzionato a recedere. E le polemiche si sprecano “come si permette di negare la comunione ?” dicono alcune persone anziane; più maliziose alcune ragazze “la sua è solo curiosità morbosa di sapere i fatti nostri”. Ma c’è anche qualche voce che si leva in difesa del prete: “Don Mario ha il sospetto che tanti fedeli facciano la comunione senza confessarsi, e non è lontano dal vero”. Vero è che tanti sacerdoti non considerino assolutamente indispensabile la confessione prima della comunione, a Don Mario, però, sarà sembrato che i suoi parrocchiani ci abbiano preso gusto a sottrarsi a questo sacramento, da qui la sua decisione. E come spesso avviene a Contessa Entellina, dove le rivalità tra i fedeli di rito latino e quelli di rito bizantino non sono sopite, sono quest’ultimi a gioire per l’incidente.
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