Non c'è dubbio alcuno che la comunità cittadina tutta di Contessa Entellina è stata nei mesi passati, negli ultimi anni, divisa, lacerata su più fronti, da quello civile-amministrativo a quello religioso.
Ci sono confronti nella società, in tutte le società, che sono, possono essere, salutari se avvengono all'interno delle regole prestabilite e se riescono a sprigionare energie tali da portare in avanti, sul piano civile, la società.
Il confronto, la critica, lo stimolo all'interno di un sistema democratico è infatti assimilabile al sale per ottenere il massimo dei risultati conseguibili per la crescita civile più ampia possibile.
Cosa sicuramente diversa è se la lacerazione avviene all'interno della comunità cristiana, su problematiche religiose, rituali o di prestigio personale dei leaders religiosi. Qui non siamo all'interno di un sistema predisposto per il confronto democratico; in quest'ambito le regole infatti non prevedono lo scontro 'democratico'. Esaminiamo quanto è accaduto a Contessa Entellina negli ultimi tre anni sul piano rituale all'interno della medesima religione cattolica: portoni chiusi nelle chiese per tenere fuori parrocchiani di altra Chiesa, competizioni di processioni fra 'resurrezione di Lazzaro' e Via Crucis, uso della Cappella Cimiteriale prescindendo dalla disponibilità della chiave. Si tratta di situazioni di "confronto-scontro" decise da persone, individualità, che occupano posizioni di vertice nella comunità, ma le cui ripercussioni si sono riversate all'interno della società cittadina.
Se questa questione, se queste conseguenze le esaminiamo da un punto di vista Cristiano, non c'è dubbio che in tanti ne escono, ne usciamo, con le ossa rotte, ad iniziare -ovviamente- da chi si è posto all'origine della/delle vicende.
"Accoglietevi gli uni gli altri" (rm. 15,7), "Amatevi gli uni gli altri", questi imperativi sono stati disattesi. Eppure per i veri cristiani la soluzione dei presunti disaccordi si trova nel comportamento di Cristo che ha accolto tutti per radunarci in un'unica grande famiglia di fratelli, figli dell'unico Padre.
Gioia e pace nella fede non sono conciliabili con le discordie e le divisioni per banali motivi di orgoglio personalistico, per di più in campo religioso. A Contessa Entellina abbiamo assistito in questi ultimi tempi a qualcosa di poco gradevole. L'Autorità preposta a vigilare, che pure esiste ed ha quale compito prioritario quello di vigilare con premura paterna, è mancata, si è distratta, ha latitato. I figli posti sotto quell'autorità paterna si sono smarriti per mancanza di premure e oggi le conseguenze di querll'assenza viene posta in pagamento in capo all'intera comunità contessiota, distinta nelle due parrocchie, la greca e la latina. Le due parrocchie oggi pagano, sono chiamate ingiustamente a pagare, il trasferimento dei loro parroci, quando sarebbe bastata la doverosa premura (tre anni fà) di chi di dovere per evitare che si arrivasse alle odierne frustrazioni.
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