Oggi 10 febbraio è stato l’ultimo
giorno di chiamata alla cassa dei contribuenti sull’imu dei terreni agricoli relativa
al 2014 e, come nei giorni passati, tra mille incertezze.
Le Organizzazioni dei produttori
agricoli hanno continuato a richiedere ai sindaci di sterilizzare le sanzioni
per i ritardati pagamenti.
Il decreto legge n. 4/2015, approvato in
fretta e furia dal governo di Matteo Renzi per rimediare al pasticcio generato
dall'applicazione dei criteri altimetrici applicabili all’ubicazione del
Palazzo Municipale, non ha scritto la
parola fine sulla vicenda. E lo si è ancor più capito dal fatto che pochi
contribuenti hanno in questi giorni varcato gli accessi agli Uffici Postale e alle Banche con l’intento di voler pagare l’odiosa imposta “patrimoniale”.
A far discutere in queste ultime ore è la rigidità dei
criteri Istat che costringono al pagamento molti comuni appartenenti alla
cosiddetta «collina povera»; sì, così viene definita una realtà come quella di
Contessa Entellina; tanto povera che “nei secoli” ha saputo semplicemente
produrre emigrazione di migliaia e migliaia di esseri umani invece che ricchezza per la popolazione.
Oggi Agrinsieme (il coordinamento
che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza
delle cooperative italiane) ha rivolto un appello ai sindaci per la non
applicazione degli interessi e delle sanzioni di mora per gli eventuali
ritardati pagamenti.
Domani in commissione finanze
sono previste le audizioni dei rappresentanti dall'Istat da cui i senatori si
attendono maggiori chiarimenti sui criteri usati per attribuire ai comuni il
requisito della montanità.
Montanità che va declinandosi sempre più, alla luce del decreto Renzi, mondanità, ossia maniera frivola di affrontare questioni serie che attengono il mondo del lavoro in agricoltura.
Montanità che va declinandosi sempre più, alla luce del decreto Renzi, mondanità, ossia maniera frivola di affrontare questioni serie che attengono il mondo del lavoro in agricoltura.
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