I dipendenti regionali perderanno la loro “legge ad personam”, nell’Italia dei privileggi. Andranno in pensione come il resto dei siciliani. La legge con cui recentemente un dirigente quarantenne/cinquantenne si è dimesso con una rendita “esclusiva” per tornare in Regione a fare l’assessore in quota PD in quanto avrebbe dovuto assistere un familiare stretto: genitore, coniuge o figlio gravemente ammalato, sarà abrogata.
Una norma tutta a tinte siciliana che ha esteso le agevolazioni della legge nazionale che prevede la quiescenza anticipata solo per gli stessi dipendenti pubblici che rientrano nella casistica della legge statale n. 104.
A decidere di porre fine a questo assurdo privilegio che come le leggi “ad personam” di Berlusconi discriminano i cittadini, in pieno disprezzo dell’art. 3 della Costituzione, è stato l'assessore alle Autonomie locali e alla Funzione pubblica, Caterina Chinnici
La legge che tanta indignazione ha provocato dopo il baby-pensionamento di alcuni alti dirigenti della Regione, come quello dell'attuale assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Pier Carmelo Russo, risale al 2000, più precisamente si tratta della legge regionale n.10 del 2000, che porta in calce la firma dell'allora presidente della Regione, Angelo Capodicasa, che guidava il governo del cosiddetto ribaltone che portò a Palazzo d'Orleans un ex comunista. Assessore alla Presidenza era Mirello Crisafulli.
Questa legge mostra come, assieme a Berlusconi, gli ex-comunisti in materia di caste e privilegi ci sanno fare.
Il movimento le «Forchette rotte», che porta in terra di Sicilia il movimento spagnolo degli "Indignati" ieri ha inviato una e-mail ai 90 deputati regionali, chiedendo di abrogare i privilegi: «In Sicilia succede - si legge nel messaggio - che i laureati con 110 e lode a quarant'anni sono ancora disoccupati e alla Regione, grazie alla legge 104 in salsa siciliana, a quarant'anni si è già superpensionati. Diciamo basta!». Le «Forchette rotte» chiedono inoltre che siano abrogate “subito le norme che concedono agli uomini di andare in pensione a soli 25 anni di servizio e con 20 alle donne”. «In questi ultimi anni abbiamo assistito al boom della disoccupazione giovanile in Sicilia, ma anche al boom delle baby-pensioni d'oro: sono 580 i dipendenti che dal 2004 al 2006 hanno varcato la porta del pensionamento anticipato; ben 682 quelli che dal 2008 ad oggi hanno ampliato il popolo della legge 104, disastrando le casse regionali».
Va detto che la «legge 104 in salsa siciliana», come la chiamano le «Forchette rotte», si applica solo ai dipendenti regionali assunti entro il 1990.
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