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venerdì 8 luglio 2011

Italia. Un tempo terra del diritto, oggi patria del "vittimismo"

La richiesta di archiviazione, presentata dalla procura, dell’indagine per concorso in associazione mafiosa a carico del ministro delle Politiche agricole Saverio Romano non è stata accolta dal G.I.P. A questo punto i pm entro dieci giorni dovranno formulare la richiesta di rinvio a giudizio dell'uomo politico.
Il pm aveva motivato la decisione di chiedere l’archiviazione ritenendo che non ci fossero riscontri sufficienti alle dichiarazioni del pentito Francesco Campanella, che aveva definito Romano persona «a disposizione» di Cosa nostra e, in particolare, dei capimafia di Villabate, Nicola e Antonino Mandala.
«Questo procedimento mi ha visto indagato quasi ininterrottamente per otto anni anche se l’indagine era tecnicamente spirata nel novembre del 2007. Questi semplici ma inconfutabili dati dimostrano il corto circuito tra le istituzioni e dentro le istituzioni», è la prima reazione del ministro. «Il fallimento del sistema giudiziario - prosegue Romano - vive nella interminabile condizione che si riserva al cittadino Saverio Romano in un periodo di tempo che nella sua enorme dimensione rappresenta già una sanzione insopportabile anche se l’epilogo sarà quello da me auspicato».
L'immagine dell'Italia, già infangata dal plurindagato premier per mille procedimenti, continua ancora ad insudiciarsi col sospetto che un ministro della repubblica possa essere stato associato con la mafia.
In nessun paese al mondo un premier, un ministro starebbero (per il semplice sospetto) al loro posto. In qualsiasi posto scatterebbero le dimissioni. Da noi l'essere indagati, l'essere sotto processo viene esibito come "vittimismo".
Italia, Italia, terra dei nostri padri !

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