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domenica 1 febbraio 2015

Cristianesimo nella Storia, nella Cultura ed oltre. ---2---

Oggi parlare di Cristianesimo -quasi automaticamente- spinge moltissime persone a rivolgere l'attenzione su quanto avviene nel mondo Occidentale. Molti sono infatti indotti a pensare che le forme ed il modo di essere del Cristianesimo nelle varie parti del mondo ove esso si è diffuso risenta di orientamenti e modelli messi a punto nel nostro mondo, a Roma, o comunque nell'Europa Occidentale. Il Cristianesimo quindi caratterizzerebbe l'Occidente.
Altri ancora pensano che parlare, scrivere, del Cristianesimo corrisponde a parlare, scrivere, del Papato, delle Gerarchie, dei quartieri alti degli ordini religiosi, dei privilegi ecclesiastici conseguiti nel corso dei secoli e delle tante malefatte che gli uomini di chiesa hanno accumulano negli ultimi due millenni.

Viviamo, non c'è alcun dubbio, in un mondo in cui tantissimi di noi hanno perso la memoria storica. L'ignoranza della Storia, da noi, nel mondo Occidentale, è sopperita dallo strumento meno adatto a cui facciamo ricorso: la televisione. 
In piazza, nei punti di incontro noi occidentali non facciamo che riportare il pensiero che abbiamo raccolto dalle trasmissioni televisive o, peggio ancora, da internet. Non siamo altro, alle soglie del terzo millennio, che dei burattini che recitano ciò che l'uno per cento della popolazione mondiale (quella parte che detiene il cinquanta per cento della ricchezza mondiale) vuole che diciamo e vuole che mettiamo in opera. 
Noi siamo gli strumenti di un Potere politico ed economico, senza esserne consapevoli.

Quale è lo strumento per tentare (senza magari riuscirci) di essere obiettivi oggi ? nient'altro che il costante ed onesto esercizio di critica ed autocritica.
Dovrebbe essere ovvio che l'uomo debba sempre usare critica ed autocritica. Invece non lo è. Molti dei giornalisti, di coloro che orientano le masse non sono, ai nostri giorni, che dei pappagalli.
La nostra ignoranza è immensa, lo è soprattutto quando si parla di Cristianesimo. 
Noi tutti, tanto per riportare un esempio, riteniamo che i seguenti termini abbiano tutti lo stesso significato:
Chiesa, Chiesa cattolica, Chiesa romana e gerarchia. Arriviamo pure a ritenere sinonimi cristiani e cattolici.

Fatta questa premessa andiamo dunque all'obiettivo che ci siamo proposti. Sviscerare il contenuto che sta sotto il termine "Cristianesimo".
Premettiamo che -pur senza esplicitare il tutto- ci soffermeremo sul tema per molte domeniche.
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Sul significato e sull'interpretazione
di quanto sta su questa immagine:
La Resurrezione, è nata una
religione che oggi conta circa
due miliardi di persone.

Tutti credenti ? Avremo modo di
capire come stanno le cose.
Abbiamo già scritto la scorsa domenica che di Gesù di Nazareth non abbiamo nè cronache nè storie (se non pochi riferimenti di origine ebraica e romana). I Vangeli e gli altri testi dei primi cristiani furono scritti non per descrivere la vita e l'operato di colui che sta all'origine del Cristianesimo ma nel presupposto della Fede nella sua Resurrezione -un evento che esula dall'accertabilità empirica da cui noi occidentali non riusciamo oggi a prescindere-. 
La vicenda umana di Cristo va collocata fra la fase finale del regno giudaico di Erode (morto nel 4 a.C.) e il governatorato romano di Pilato in Palestina (ricadente fra il 26 ed il 36 d.C.).
Le testimonianze su Cristo per qualche decennio furono conservate oralmente, poi furono fissate per iscritto. Spesso i testi divergono o sono comunque espressi in termini molto diversi fra loro. Ciò si spiega in relazione all'ambiente e alla formazione culturale dell'autore e pure in relazione al profilo delle comunità a cui erano destinati, oggi diremmo in relazione al pubblico a cui si volva parlare. 
Se vogliamo, possiamo considerare che oggi 1 febbraio 2015 centinaia di giornalisti dei media presentano l'elezione alla presidenza della Repubblica di Sergio Mattarella in modi e significati molto differenti fra loro. 
Per gli ex democristiani si tratta del ritorno della "balena bianca", per i socialisti della sobrietà entro cui dovremmo vivere tutti in un mondo pieno di ingiustizie, per gli ex comunisti di un loro accomodamento nel mondo dei valori occidentali da cui per decenni stettero lontani.

Col trascorrere dei tempi quei testi, differenti fra loro ma tutti finalizzati a voler "rivelare" ad opera di Dio una nuova religione che si discosta, o comunque intende dare continuità alla religione ebraica, furono ritenuti Sacra Scrittura e al contempo Sacra Tradizione; ma già siamo nel II secolo dopo Cristo.
La Scrittura è la Bibbia nella sua interezza (libri dell'Antico e l'aggiunta del Nuovo Testamento). La Tradizione non è altro che l'insieme di fonti, sia scritte che orali,  con l'aiuto delle quali la Fede nel Cristo crocifisso morto e risorto era stata trasmessa di generazione in generazione.
San Paolo, su cui dovremmo in prosieguo intrattenerci per alcune puntate, scrive: "Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese sia dalla nostra parola sia dalla nostra lettera". Con la dizione "parola" si intende la tradizione orale e con "lettera" quella scritta.

Siccome nel nostro percorso intendiamo mettere in risalto sia il Cristianesimo occidentale (Cattolico e Protestante) che quello orientale (Ortodosso), riportiamo una interpretazione di San Basilio.

Avremo modo di scoprire come proprio sulla "tradizione" scoppieranno grandi eventi in Occidente, eventi che hanno cambiato la Storia sotto molti aspetti, non solo religiosi ma soprattutto sociali, economici e pure strategici. 
Una dizione "tradizione" eppure ...

Ma proseguiamo in termini di "introduzione" secondo il piano che ci siamo prefisso.

E' chiaro che il passare dei secoli ha condotto l'umanità cristiana a riflettere sulla complessa e stratificata eredità dottrinale. Se già pochi decenni dopo la vicenda di Cristo ci furono più autori (gli evangelisti) che lessero e scrissero in modo diverso quello straordinario evento, in relazione alla cultura e alle attese delle singole comunità a cui si rivolgevano, è ovvio che il messaggio evangelico, ove arrivava e ove trovava situazioni ogni volta diverse, venne variamente inteso e valorizzato.
Ciò accade ancora oggi. 
Volendo estremizzare il concetto ci sentiamo di invitare  il lettore, quello curioso, di visitare -in una stessa domenica- una chiesa in Via Libertà ed una allo Zen (a Palermo) e troverà che le riflessioni del sacerdote sono molto differenti, su uno stesso brano, e spesso sono pure antitetiche.

Il Gesù dei cristiani
Essendo in una fase introduttiva ci piace richiamare alcuni percorsi che, in seguito, ci proponiamo di meglio esplorare.

Dalla fine del Settecento (siamo in pieno Illuminismo) si cercava di distinguere il "Gesù della Storia" dal Cristo della religione e della dogmatica. Allora qualcuno asserì che il Gesù della Storia ormai fosse irrecuperabile, oggi invece fra i ricercatori esiste parecchio più ottimismo.
Fino a pochi decenni fà ad occuparsi di Gesù erano i teologi, per lo più religiosi. Oggi la ricerca storica è libera da qualunque impostazione teologica ed usa la strumentazione scientifica. 
Da pochi decenni in quà prosperano le ricerche -per arrivare al Gesù storico- su basi di antropologia culturale (studi sull'epoca in materia di istituzioni, mentalità, forme rituali degli ambienti giudaici entro cui Gesù ed i suoi apostoli vissero).

Per capire il senso di ciò che vogliamo trasmettere basta capire questo passaggio. Ci è stato presentato, da quando eravamo ragazzi -immediato dopoguerra- un Gesù in aperto contrasto con l'intera tradizione ebraica; tradizione che era basata, e lo è ancora oggi, sulla Torah (Le Scritture, o come si dice più precisamente, la Legge rivelata da Dio a Mosè). Adesso, grazie all'Antropologia culturale si è arrivati alla convinzione opposta. In pratica l'originalità del Cristo nel contesto del vasto pluralismo culturale e religioso dell'ebraismo è stato ridimensionato.
Questa ultima problematica è importante ai fini di poter definire le origini del Cristianesimo. Se all'inizio esso era semplicemente una delle tante correnti interne al pluralismo ebraico esso affonda l'origine -autonoma- probabilmente all'inizio del II secolo. 
Se invece esso sin dalla morte di Cristo (circa l'anno 30 d.C.) rappresentò una novità assoluta rispetto al complesso pluralista ebraico c'è da ricercare l'origine nell'annuncio cristiano della Resurrezione.
I lineamenti nitidi della nuova religione richiederanno comunque alcuni decenni ed il primo a darle basi teologiche sarà San Paolo, uno che non conobbe personalmente Gesù vivo.

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