Un celebre documento del 1239, periodo di Federico II e della drammatica fine di Entella, permette di includere Castello Calatamauro fra i fortilizi da potenziare secondo le intenzioni dell'Imperatore.
Si tratta della cosiddetta lista dei castra exempta: i castelli, cioè, amministrati direttamente dall’imperatore che ne nominava ed eventualmente rimuoveva i castellani. Si tratta quindi di un elenco che comprende solamente i castelli demaniali, dipendenti dalla Corte regia, e pertanto sottostavano ad uno speciale regime giuridico.
Nella Sicilia citra Salsum i castra exempta erano quelli di Messina, Siracusa, Caltagirone, Milazzo, Aci, Enna, Taormina, Nicosia, Monforte, Rometta, Scaletta, Sperlinga, San Fratello ed un misterioso Palmerium.
Nella Sicilia ultra il gruppo comprendeva i castelli di Palermo, Termini, Calatafimi, Calatamauro e Licata, oltre ai due castra di Bellumreparum e Bellumvidere, nell’area di Castelvetrano
Rispetto all’età normanna, durante il periodo Svevo, compaiono quindi con certezza come parte
del demanio regio i castelli di Caltagirone, Milazzo, Aci, Monforte, Scaletta, Sperlinga, San Fratello (S. Filadelfo) in Sicilia orientale, Calatafimi, Calatamauro, Bellum vedere e Bellum reparum in quella occidentale.
Il numero complessivo dei castelli demaniali era comunque ben superiore.
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