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L’indifferenza
Questa estate ho
tenuto un piccolo diario per
tracciarvi quelle cose che erano degne di esser ricordate, magari
con un approfondimento .. sul blog Il
Contessioto, questo scritto lo
voglio intitolare così: l’indifferenza.
Penso non sia
sfuggita a nessuno la notizia apparsa
in prima pagina sul Giornale
di Sicilia di Giovedi 23 Agosto:
< Bloccati 3 tombaroli con
reperti dell’età ellenica. Arrivati da Paternò per saccheggiare l’area
archeologica >.
Debbo ammetterlo, sono rimasto doppiamente sorpreso per questa notizia, primo - per la ripetizione di questi furti da parte
della stessa squadra di tombaroli
provenienti dal catanese, secondo - per la totale indifferenza con
cui è stata trattata
la notizia dai paesani, almeno da quelli da me osservati
più da vicino.
E rifletto sul fatto
che ancora una volta …siano gente
di fuori che in questo caso hanno valutato o rivalutato il sito
archeologico di Entella: da un lato
i tombaroli addetti ai lavori da
tantissimi anni nel nostro territorio e dall’altro lato i Carabinieri del comando provinciale, che hanno voluto
dare comunicazione alla stampa di una
loro brillante azione, a difesa del patrimonio
dello Stato.
Per la verità anche la più importante Istituzione nel campo
degli studi in Archeologia si è
interessata al sito di Entella, e si
tratta del Dipartimento di Archeologia
della Normale di Pisa che oltre ai Volumi
sulle campagne di scavi hanno
lasciato in paese un Antiquarium, presentato su una delle riviste di archeologia più lette: - Archeologia viva - del ’96. Il titolo
è il seguente:
< Invito al Museo di Entella
. >
<
l’antiquarium di Entella, il centro elimo nel
quale il Laboratorio di Topografia storico-archeologica della Scuola normale di
Pisa, diretto da Giuseppe Nenci conduce indagini dal 1984. Si è svolta
contestualmente la presentazione del Volume: Entella I, la seconda fatica
editoriale entellina della Normale dopo il primo volume: - Alla
ricerca di Entella del 1992. …>>.
<< Dalla definizione
al percorso espositivo, all’allestimento finale, l’Antiquarium si deve
direttamente all’equipe di archeologi impegnati sul campo>>.
E qui mi sorge un interrogativo del tutto retorico ma essenziale al senso del mio racconto e cioè alla tipica indifferenza che proviamo
verso le nostre cose importanti.
Perché si istituisce un Museo ?
Ce ne sono di tante categorie anche di fantasia, io possiedo
tre tavole sinottiche dell’Italia
con i Musei locali pubblicate da Panorama e vi assicuro, ce ne sono per tutti i gusti.
Un Museo Archeologico, non si può inventare, occorre
innanzitutto una zona archeologica, una
campagna di scavi certificata e condotta
da esperti sotto il controllo della
Sovrintendenza dei beni archeologici
della Regione interessata.
Poi occorrono tante campagne di scavi che riportino alla luce reperti da esaminare e catalogare per inserirli nel contesto dell’ipotesi
storica fatta sul sito.
Tutto ciò per l’area archeologica di Entella è di già avvenuto e
non solo …. per una serie di avvenimenti
e di coincidenze fortunose, le campagne
di scavi sono state condotte,
dicevo poco fa , dal più importante Istituto di Archeologia d’Italia.
Mi ricordo come se fosse
ieri, la conferenza del
Prof. Nenci, tenuta a Contessa, che
annunciava l’avvio della campagna di scavi
sulla Rocca di Entella.
La notizia, data la rilevanza del fatto a monte scaturito dal trafugamento dei decreti entellini battuti all’asta antiquaria
di Londra e il conseguente
interessamento del Governo di allora, ebbe l’onore della prima pagina e io
allora colsi l’occasione di
togliermi qualche sassolino dalla scarpa.
Come al solito succede in Sicilia, ormai da decenni, prima
della campagne ufficiali arrivavano i tombaroli clandestini, muniti di
strumenti tecnologici all’avanguardia,
per piazzare il colpaccio e a Contessa colpaccio fu.
Questa storia ogni volta mi richiama alla memoria
la storia del trafugamento della
Dea Demetra o Venere di Morgantina, trafugamento
avventuroso ma coordinato da raffinati
antiquari che seppero gestire i tempi e i modi per piazzare il reperto nella
famosa asta di Londra, divisa in tre
parti e poi volata
in Texas acquistata da un grande
Museo privato, che ci guadagnava palate di
milioni di dollari per farlo
visitare ….
Se non l’abbiamo già dimenticato, l’On Rutelli, Ministro
dei Beni Culturali .. del tempo,
cercò in tutti i modi,
riuscendoci, di riportare in Italia, il maltolto.
Stessa storia per la
piale d’oro di Caltavuturo, tanto per citare solo due
episodi emblematici della nostra cara Italia.
Ebbene quei Sindaci …
di Aidone e di Caltavuturo non hanno
smesso un solo istante di battersi non solo per ottenere ciò
che era stato sottratto al loro
territorio ….. e cioè al nostro patrimonio
nazionale … ma pretendendo la
restituzione …. e via
via il finanziamento per la
costruzione del Museo e poi per
l’attenzione alla viabilità
stradale ..
A noi, a Contessa,
per una serie di coincidenze fortunate,
a seguito della notizia trapelata negli ambienti antiquari di Londra, circa
l’importanza delle cinque tavole entelline che provocò
l’intervento dell’addetto
culturale dell’Ambasciata d’Italia
che solo in extremis
riuscì ad assicurarsi una delle
dette tavole ( oggi esposta al
Museo Archelogico di Palermo – Sala
Selinuntina ) …. l’Antiquarium ci piovve ….. dall’alto del cielo
…..a seguito di una campagna di scavi ordinata
dai pezzi grossi del Ministero
dei Beni Culturali e quindi …. non l’abbiamo forse sentito
come nostro … come tutte le cose che si
strappano dopo molte richieste .. o molti scioperi … come fu per le case costruite … dopo venti anni dal terremoto ! E’
possibile ed è una teoria
sull’indifferenza giustificata ?
A memoria mia ricordo
che all’indomani della costituzione della Pro-loco Entella, nel 1968, protestammo vivamente con l’Arma dei carabinieri, per una
maggiore attenzione agli scavatori clandestini, infatti la
Stazione CC in contrada Castagnola, aveva tra i
compiti d’istituto la vigilanza periodica intorno al sito della Rocca di Entella ..
Ho raccontato di
volata la storia delle campagne di scavo di Entella, senza trascurare quella
ufficiosa condotta da due
archeologi tedeschi, indirizzati
dal grande intellettuale Papas
Lo Iacono, Parroco della Martorana, nel lontano 1930 … per inquadrare il motivo
di queste righe … o meglio il senso e la natura della nostra indifferenza riguardante
le nostre cose importanti … .. e
aggiungo che come cittadino
orgoglioso di essere nato a
Contessa Entellina, mi sento
mortificato per lo stato di incuria, di indifferenza in cui è tenuto
il nostro Antiquarium.
L’abbandono è la prima parola che è affiorata dalla mia mente durante
una rapida visita al Museo di qualche anno fa, per accompagnare dei parenti
che abitano in Francia.
Io abito di fronte al Museo e a volte appena
arrivo da fuori per il mio mese di Agosto in paese, mi fa arrabbiare
la sciatteria testimoniata dalle erbacce
lasciate crescere a dismisura
lungo i marciapiedi del Museo, quasi fossero
dei bei fiori allevati per abbellire il contesto.
Sinceramente l’anno scorso la visita al Museo mi ha fatto dimenticare le erbacce peraltro esistenti sempre eliminabili in pochissimi minuti, l’abbandono
che vi ho trovato riguardava ogni angolo
degli ambienti del Museo, attaccato dall’umidità discendente
dal tetto e quindi dal piano
superiore ove era allocata la Biblioteca , perfino un pannello di una sezione a
sinistra dell’entrata risultava staccato, e un visitatore, ho saputo, vi è
letteralmente affondato ..
indifferenza |
L’umidità ha i suoi
tempi di formazione e non credo sia
affiorata l’anno scorso, penso
che si tratti di una sommatoria di piccole manutenzioni che
annualmente non si sono fatte, vuoi per dimenticanza, ma vuoi pure
per quella indifferenza verso le cose … preziose .. che noi ci portiamo dietro e per concludere …. voglio ricordare un convegno
da me seguito per caso a Montevago.
Si trattava della
presentazione in Consiglio Comunale, di
una tesi sulla storia locale
e precisamente della casata del Cardinale
Don Pietro Gravina …. dei Gravina di Sicilia, duchi di S.Michele e
principi di Montevago, casata che l’Amministrazione ha voluto
ricordare con pubblicazioni
e manifestazioni durante l’estate … infatti affermava il
Sindaco Calogero Impastato, nella presentazione: << Un popolo,
un Territorio che ha dimenticato le proprie origini rinnega il legame
indissolubile con le generazioni future. E’ necessario tenere vivo l’interesse
per la nostra Storia valorizzando il
patrimonio artistico e culturale che ci appartiene …>> e dico io che è rimasto in piedi …
I Gravina che secondo lo storico Mimmo De Gennaro <<
amarono tanto il centro belicino da portarvi artisti importanti >> iniziarono la costruzione della Chiesa madre, portata a termine dopo la morte
del Principe Don Giovanni Gravina, dal figlio, il Cardinale Pietro Gravina,
cardinale arcivescovo di Palermo << per questo va rivolto un plauso
al Comune di Montevago e a coloro che dalle rovine del sisma del ’68 hanno tratto la forza per riscoprire le origini
e la storia della comunità >>.
Ebbene .. per
ricordare le loro origini … durante la
festa annuale di San
Domenico .. una Associazione locale: - La Smania addosso - .. ha
preparato la sfilata in costume
della Famiglia Gravina …. che
annualmente in estate … faceva ritorno in paese
.. . così come .. si vede
nel film: Il Gattopardo , vi faceva ritorno la famiglia del Principe di Salina . … e nel contempo veniva aperta la Mostra su:
<< Stoffe e argenti dei paramenti
… del cardinale Don Pietro
Gravina.>>
NG
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