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domenica 9 settembre 2018

La fiera di paese. Non esiste più e si prova con buona volontà a trovare un sostituto


La fiera molti decenni fa era molto attesa nei paesi dell'entroterra siciliano perché faceva parte di una festa più grande religiosa, ed era  era occasione nella società ancora contadina per acquistare un nuovo aratro, una nuova scala da utilizzare nell'uliveto, un mulo giovane da impiegare nella imminente aratura del terreno etc. 
Si era nella società contadina e l'agricoltura era la fonte quasi esclusiva di sopravvivenza per il 90% della popolazione locale.

Contadini alla volta della fiera che si svolge nei paesi
limitrofi.
Anni cinquanta del Novecento
Nei paesi della Sicilia erano riservati degli spazi appositi affinché si potessero tenere con regolarità i mercati e le fiere ed a Contessa le fiere (8 maggio e 9 settembre) si tenevano in località Giarrusso; il bestiame che veniva trattato era sempre numeroso ed occupava l'intera area che dalla strada cimiteriale raggiungeva la cima (il cozzo) di Brignat.
L'occasione fieristica richiamava molti visitatori e acquirenti da tante località vicine e lontane. Nei ricordi di chi scrive i contessioti, a dorso di mulo, arrivavano e partecipavano alle fiere di Camporeale, Santa Margherita Belice, negli altri paesi del Belice, ed ovviamente Bisacquino, Chiusa, Giuliana e Corleone e pure fino a Prizzi. Di contro i contadini di quei paesi partecipavano, sempre a dorso di mulo, alle due fiere contessiote. Più frequentata era quella dell'8 maggio perchè cadeva all'inizio della stagione della mietitura e per i braccianti serviva dotarsi delle, sia pure elementari, attrezzature stagionali  (falce, cappello di paglia per ripararsi dalla calura etc.).

Protagonisti delle fiere contadine erano i sensali, soprattutto per far incontrare domanda/offerta sui capi di bestiame. Ma di questo ne abbiamo trattato in pagine di anni passati.

Casa contadina: anni cinquanta
Oggi 9 settembre l'Amministrazione Comunale prova a rilanciare in modo attuale ciò che furono le fiere della storia andata. Ci prova assegnando lo spiazzo Greco ad operatori commerciali che trattano di trattori e macchinari agricoli.
Provare mostra entusiasmo e volontà, ma purtroppo (o necessariamente) il mondo degli affari dei nostri giorni è ormai lontano da noi, terra dell'entroterra la nostra che non offre volumi di scambio tali per soddisfare i mercati voraci del neo-capitalismo entro cui viviamo.


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