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mercoledì 12 settembre 2012

Scuola. E sta per ricominciare un nuovo anno

L'anno scolastico sta per cominciare con il mondo che gli sta attorno immerso mei vecchi problemi, che vanno dalla sicurezza degli edifici ai servizi di ogni genere carenti.
In questo contesto il ministro Profumo ha riaperto, ha preannunciato, la stagione dei concorsi, parlando prima di un concorso secondo le vecchie regole da svolgere nel corso del 2012-13 (quello atteso per il 24 settembre), poi un nuovo concorso con nuove regole da bandire nella prossima primavera e riservato agli abilitati (compresi i docenti che usciranno dai TFA).
Il primo concorso assegnerà circa 12 mila posti a decorrere dal primo settembre 2013; mentre il secondo si svolgerà nel corso del 2013-14, assegnerà (o dovrebbe assegnare) i posti (10-12 mila) a decorrere dal primo settembre 2014. Nell’intenzione del ministro i concorsi dovranno avere cadenza biennale (o triennale) e la graduatoria del secondo concorso sarà valida per due (o tre) anni, poi perderà qualsiasi effetto.

La Scuola Italiana dovrebbe formare l'uomo, dovrebbe essere il luogo dove i ragazzi i giovani incontrano la "bellezza" della vita. Invece .... i ragazzi spesso non amano lo studio, segno che non trovano la "bellezza".
Dove sta il problema ?
Oggi i ritmi mentali  sono divenuti brevi. Un giovane che non capisce un testo non si pone la voglia di doverlo approfondire; per il giovane è il testo che non si fa capire. Punto e basta.
Da qui il lavoro degli insegnanti deve essere diventato davvero duro. Essi lavorano contro la noia, l'ignoranza, l'indifferrenza. Essere insegnante, mi riferisce una di loro, significa lottare contro l'apatia. Un tempo lontano gli studenti contestavano gli insegnanti. Oggi agli studenti non interessa sapere chi sono, cosa interessa ai loro insegnanti.
Assemblee ? Un tempo erano luogo di confronto, oggi vanno deserte.
Il vuoto che sta attorno alla scuola, l'inconcludenza della politica che si diletta non di risolvere problemi ma di "apparire" in auto-blù, la società che coltiva l'egoismo sfrenato; questo mondo sì fatto non può avere una scuola che formi, che accresca, che ami il "bello".
Non è compito del ministro Profumo; spetta alla "POLITICA" intesa come amore per la collettività risolvere globalmente i problemi del paese, di cui la scuola è uno spicchio.
Ovviamente se gli italiani continuano a mandare gli scilipodi in Parlamento è ovvio che i loro figli saranno e cresceranno "apatici".

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