“”Entrata nell’uso, l’espressione “ coalizione sociale ” è stata ieri ufficializzata da Maurizio Landini. Come, e perchè, si cerca una nuova forma dell’azione politica collettiva? Negli ultimi tempi si è delineato un rapporto tra Stato e società, o piuttosto tra governo e società, segnato da un forte riduzionismo, dove l’unico soggetto sociale ritenuto interlocutore legittimo è l’impresa. Versione casereccia della ben nota affermazione di Margaret Thatcher secondo la quale la società non esiste, esistono solo gli individui. Individui atomizzati separati tra loro: ieri, considerati “carne da sondaggio”, oggi sbrigativamente ridotti a carne da tweet o da slide. Spingendo un po’ più in là questa analisi, non è arbitrario registrare un ritorno a quello che Massimo Severo Giannini, nella sua ricostruzione delle vicende storiche italiane, aveva definito uno “Stato monoclasse”, oggi dominato dalla dimensione economica e dalla riduzione del governo a “governance”.
Stato e società si separano? Quale che sia la risposta, è nei fatti un distacco profondo dei cittadini da partiti e istituzioni, testimoniato dal crescere e consolidarsi dell’astensione elettorale. Ma la società non scompare, né accetta la delegittimazione indotta dall’indirizzo politico del governo. Esprime pulsioni che ridisegnano il sistema dei partiti in senso populista o di democrazia plebiscitaria. Al tempo stesso, però, manifesta forme di organizzazione e di azione ben diverse, reagisce alla messa in opera di meccanismi di esclusione come quelli fondati sulla riduzione dei diritti e comincia così a colmare quel deficit di rappresentanza che investe la società nel suo insieme, e che viene aggravato dall’insieme delle riforme costituzionali e elettorali attualmente in discussione.
Proprio la questione della rappresentanza ci avvicina al cuore del problema. Quando si dice che vi è una folla di cittadini che non è o non si sente rappresentata, in realtà si constata che dalla discussione pubblica e dalla decisione politica sono assenti non tanto interessi specifici, quanto piuttosto riferimenti forti a principi fondativi. Una ricognizione paziente in questa direzione porta ad individuare i nessi che legano i grandi principi costituzionali alla concretezza dei temi che sono davanti a noi:
-tutela dei diritti sociali,
-partecipazione,
-riconoscimento dei nuovi diritti civili,
-considerazione dei beni in relazione alla loro essenzialità per la soddisfazione di bisogni sociali e culturali,
-rafforzamento dei legami sociali attraverso la pratica della solidarietà,
-necessità di agire nella dimensione sovranazionale e internazionale in maniera coerente con queste indicazioni.
Sono principi e temi di sinistra?
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